Medio Oriente, ancora violenze contro ebrei e cristiani

Betlemmeisraele

Continua l’Intifada dei coltelli in Medio Oriente: una donna di 30 anni israeliana incinta è stata ferita gravemente a coltellate all’interno di un magazzino di vestiti situato nell’insediamento ebraico di Tekoa, nei pressi di Betlemme, in Cisgiordania. Le forze di sicurezza israeliane hanno reagito, uccidendo l’aggressore ed ora stanno perlustrando la zona in cerca di eventuali complici. Inoltre hanno ordinato agli abitanti di Tekoa di non uscire di casa.

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Nella giornata di ieri, domenica, un terrorista che si è poi dato alla fuga, ha accoltellato un’altra donna israeliana, un’infermiera di 39 anni, che è deceduta in ospedale. Dafna, questo era il nome della vittima, si trovava nella sua abitazione di Otniel vicino a Hebron assieme ai 6 figli – di cui 2 adottati con il marito Nathan –, figli che ha difeso come una leonessa. Lavorava anche nel Soroka Medical Center, dove curava indistintamente ebrei ed arabi.

Sempre ieri, nello stesso giorno in cui Papa Francesco è stato accolto con assoluto rispetto ed amicizia nella la sua storica visita al Tempio Maggiore, la Sinagoga di Roma, in occasione della Giornata del Dialogo tra cristiani ed ebrei, in Israele è ricomparso lo spettro dell’estremismo ebraico. I muri dell’Abbazia della Dormizione di Maria, situata sul Monte di Sion e affacciata su Gerusalemme, sono stati imbrattati da scritte anti-cristiane in lingua ebraica e dal disegno di una spada insanguinata. Immediata la condanna anche da parte del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.

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La chiesa è quella che è stata eretta dove Maria avrebbe trascorso l’ultima notte prima di morire e nella cripta c’è una statua di Lei dormiente. Nel 2014 Papa Francesco celebrò una messa proprio in quel luogo, che visitò anche Paolo VI in un pellegrinaggio nel 1964.