Elezioni in Tunisia, i laici sconfiggono gli integralisti

Baccouche

Percentuali e numeri – Dai primi risultati, le elezioni legislative svoltesi ieri, domenica 26 ottobre, in Tunisia, con un’affluenza alle urne del 62 %, hanno visto prevalere i laici conservatori del partito Nidaa Tounes (Appello della Tunisia) con il 37% contro il 26% di Ennadha, il partito integralista islamico al potere dal 2011 dopo la Rivoluzione del Gelsomini che ha deposto Zine El-Abidine Ben Ali.

- Advertisement -

Ciò significa che Nidaa Tounes, il cui segretario generale Taieb Baccouche (nella foto, ndr),  avrebbe ottenuto oltre 80 seggi (su 217 disponibili), mentre Ennadha 58.

Terzo “classificato” il partito del Front Populaire, che si è aggiudicato 16 seggi (il 5,4 % dei voti).

- Advertisement -

Uno dei parlamentari già vincenti di questo gruppo è Mbarka Brahmi, vedova di Mohamed Brahmi, il quale è stato ucciso il 25 luglio 2013 dopo un altro leader del Front Populaire, Chokri Belaid, colpito a morte il 6 febbraio dello stesso anno.

Ci vorranno almeno 72 ore dall’inizio dell’apertura dei seggi, per sapere i risultati definitivi delle elezioni, ma è possibile che si conoscano già stasera.

- Advertisement -

Presunti brogli e arresto di quattro estremisti – Il partito islamico sconfitto ha inizialmente denunciato presunti brogli attraverso il suo segretario generale Samir Dilou, e i suoi alleati del Congresso per la Repubblica, paventando che gli avversari vogliano far tornare sulla scena politica “con il volto più laido” il disciolto partito Rcd, il quale faceva capo all’ex dittatore Ben Ali. Dei tentativi di frode sarebbero effettivamente avvenuti a  Nabeul e a Gafsa, nel centro del Paese, dove un uomo è stato arrestato mentre usciva da un seggio con alcune schede elettorali ancora da compilare.

Le forze di sicurezza hanno anche riferito di aver fermato quattro aspiranti terroristi islamici nella provincia di Nabeul. Secondo l’emittente radiofonica Mosaique Fm, questi progettavano di colpire i seggi elettorali e alcuni posti di polizia con bombe molotov. Il loro capo era già noto per aver tenuto “lezioni” sul califfato e il jihad in particolare contro le autorità tunisine.

I commenti – Il mondo già esulta per l’esito positivo delle elezioni in Tunisia. La Francia ha commentato per prima l’evento, parlando di “traguardo storico tagliato” da quanti si sono recati alle urne. “Quasi quattro anni dopo la rivoluzione tunisina, i tunisini si sono recati alle urne per questo scrutinio decisivo che inaugura la nascita delle istituzioni perenni e democratiche della seconda Repubblica tunisina. La Francia se ne rallegra”, ha detto il ministro degli Esteri Laurent Fabius.

Il presidente americano Barack Obama ha dichiarato che il voto è “una pietra miliare nella storica transizione politica” della Tunisia ed il segretario di Stato John Kerry ha aggiunto: “Le elezioni in Tunisia sono motivo di speranza per l’intera regione”.

Dall’Italia Souad Sbai, parlamentare di origine marocchina e attivista per i diritti delle donne, ha commentato: “Se la tendenza come pare verrà confermata e la maggioranza sarà nelle mani del partito laico Nidaa Tounes, anche la Tunisia sarà libera dall’estremismo e potrà ricostruire finalmente le basi del proprio futuro. L’effetto primavera araba è quasi del tutto svanito e il 62% di votanti lo testimonia palesemente”. Poi ha aggiunto: “La maggioranza tunisina moderata, che oggi conferma con il voto le innumerevoli proteste di piazza contro Ennadha, ha scelto di cambiare strada per sempre e lo fa con un coraggio straordinario, mentre il mondo arabo e mediorientale è scosso dalla violenza di Isis. Proprio la volontà di dire no all’estremismo imposto dall’alto e di dire si alla laicità e alla democrazia dello Stato”, ha detto Sbai, “testimonia come un certo movimento di pensiero si sia definitivamente esaurito e come il mondo arabo stia cambiando. Stavolta, e non come nel 2011 quando vinse l’estremismo, davvero la prova del voto e della democrazia è stata superata. Il sacrificio di Chokri Belaid e di chi come lui voleva una Tunisia laica e libera non è stato vano”.