F1: Abu Dhabi, come doveva andare

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Alla fine, nonostante l’aberrante regola del punteggio doppio assegnato all’ultima di campionato, ha trionfato Hamilton, dominando la gara. Game, set, match.

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Sperava nel colpaccio Rosberg, magari aiutato dalla Williams di Massa, scattata terza la via, troppo forte per il resto del gruppo ma non ancora abbastanza per impensierire le frecce d’argento.

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L’antifona si è capita subito dalla partenza, quando Rosberg è partito malissimo, facendosi bruciare da Hamilton, partito invece alla perfezione. Il Mondiale finisce praticamente qui, Rosberg cerca disperatamente di inseguire il compagno di squadra, che non perde un colpo. In più verso la tre quarti di gara arriva pure la jella, problemi di potenza per la sua power unit che pian piano lo fa scendere in classifica, fino ai margini della zona punti.

Trionfo meritato per Hamilton, che ha dato quasi sempre prova di superiorità in gara in confronto al diretto rivale Rosberg, che è comunque risultato di gran lunga migliore nelle qualifiche.

Testa alta comunque per il biondino tedesco, che esce sconfitto dopo una lunga battaglia con un pilota che veniva dato come senza rivali, nonostante la velocità di Nico.Così non è stato, Rosberg ha dato prova di poter giocarsi le sue chance, e di non essere cosi inferiore rispetto al compagno di squadra baciato da un talento enorme e lui, il biondino, con un piede pesantissimo e un’arguzia sottile, è riuscito a far ricredere coloro che lo davano come una seconda guida spacciata e i margini di miglioramento sono ancora rilevanti.

Ha vinto il più forte intendiamoci, ma non ci sarebbe stato nulla di scandaloso se l’alloro l’avesse portato a casa l’altra Mercedes. Poco importa alla scuderia tedesca, che ha dominato senza il minimo appello una stagione che purtroppo verrà ricordata più che per i trionfi e delle vicende in pista, come uno dei momenti più bui della Formula Uno, con gli ascolti in picchiata per una formula incomprensibile con regolamenti oltre il limite del ridicolo.

 

Dietro Hamilton, ad Abu Dhabi, abbiamo il primo degli esseri umani, quel Felipe Massa, giunto secondo, che ha fatto impensierire a tratti addirittura Hamilton.

Etichettato cosi tante volte come bollito e che invece, con una vettura competitiva in mano e in un ambiente completamente nuovo, ha dato prova di sé, dimostrando di essere quel pilota che nel 2008 tagliò il traguardo da Campione del Mondo, con la beffa che glielo strappò poi. Ha dimostrato ancora una volta, che se la strategia è valida, come non sempre è avvenuto quest’anno in Williams, e se non capitano sfighe di sorta, fattore al quale è decisamente incline, è ancora un pilota estremamente competitivo.

Chiude il podio Bottas, compagno fenomenale di Felipe, tanto che la Ferrari pare già avergli messo gli occhi addosso come sostituto futuro dell’altro finnico in rosso, Raikkonen.

La Ferrari appunto, la notizia migliore per la Scuderia è che il Mondiale è finito, e ci si può concentrare al 100% nella stagione prossima, con un Vettel e un Team Manager in più.

E’ stata la peggior stagione degli ultimi 21 anni, con l’aggravante della perdita di Alonso e di un Raikkonen e che non ha ancora trovato il feeling con la vettura, ma sopratutto di Montezemolo, guida storica di Maranello, che ha riportato nell’epoca Shumacher la Ferrari a livelli stellari, per lasciare a Marchionne, sperando che non la trasformi in un semplice strumento per marketing e soldi.

Nono Fernando, decimo Kimi, gara da dimenticare completamente, con il triste addio dello spagnolo, con il triste sentimento che galleggia nell’aria quale “poteva essere e non è stato”, del sogno incompiuto di vedere il migliore trionfare con la leggenda rossa.

Ricciardo quarto su Red Bull, meglio di cosi non poteva fare, al contrario di Vettel, solo ottavo e con la testa probabilmente già nel box Ferrari.

Buono il quinto posto di Button, in quella che pare essere tristemente la sua ultima corsa in F1, per dar spazio ad Alonso accompagnato dal giovane rampante Magnussen.

Fatemi spendere due parole a favore dell’inglese, il pilota più sottovalutato del circus. Campione del Mondo 2009, ok, con una vettura imbarazzantemente superiore, ma pur sempre Campione, passato poi in Mclaren, dove nel computo dei punti fatti, ne ha racimolati più del neo Campione del Mondo Hamilton, suo compagno di squadra fino all’anno scorso. Perdere un pilota così, che ha battuto comunque anche Magnussen, sarebbe l’ennesima sconfitta per questa F1.

Bene anche la Force India, sesta e settima, tanti punti e tanto ossigeno per la scuderia indiana.

Finale al buio per Lotus, Catheram, Toro Rosso e Sauber, specchio di una stagione fallimentare.

classifica formula 1

Classifica finale Mondiale 2014

 

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