Fondazione Mamma Natuzza – Divieto di culto.

Terremoto all'opera di Mamma Natuzza.

Fondazione Mamma Natuzza -  Divieto di culto.

Delusione, amarezza, sgomento…Sono questi gli stati d’animo dei cenacoli di preghiera fondati sull’impronta di Natuzza Evolo, una delle più importanti mistiche italiane.

La sua opera, questa volta, è stata messa in discussione dal vescovo della diocesi di Mileto – Nicotera – Tropea, Mons. Luigi Renzo.

Dopo ben 18 anni, il presule miletese, ha deciso di revocare l’approvazione dello statuto alla Fondazione Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime.

Una presa di posizione abbastanza netta quella del vescovo, che attraverso il decreto ufficiale ha vietato :”  l’Organizzazione delle pubbliche attività di religione e di culto di qualsiasi natura, dentro e fuori la sede; di utilizzare per qualsiasi attività di pastorale e culto pubblico la chiesa “Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime”, non ancora consacrata; di raccogliere offerte in eventuali pubbliche celebrazioni liturgiche che, in ogni caso, dovranno organizzarsi solo ad opera della parrocchia “Santa Maria degli Angeli” in Paravati, unica ad essere titolata per qualsiasi attività di religione e culto (processioni, sante messe, e quant’altro) nel proprio territorio; di conservare il Santissimo Sacramento e di celebrare la santa messa nella casa per anziani “Monsignor Pasquale Colloca”, compresa l’annessa aula polifunzionale, revocando ogni facoltà precedentemente concessa”.

La Chiesa si dissocia, quindi, dalla Fondazione, che oltre a gestire l’eredità morale della veggente, raccoglie e gestisce ogni anno molti soldi, che sono stati destinati alla realizzazione di una chiesa dedicata alla Madonna e ad alcune strutture volte a fornire dei servizi alla persona.

Inoltre, è vietato ricordare in tutte le Sante Messe il nome di Natuzza Evolo, in quanto è in atto un processo di canonizzazione ma “non c’è alcuna certezza” da parte della Chiesa cattolica di un eventuale beatificazione della donna.

Oltre ad essere stata testimone di fede, è diventata  “Madre” di tutte le persone che, giungevano nella sua umile dimora da ogni dove. Lei sapeva consigliare, consolare, era in grado di diagnosticare malattie e stabilirne delle cure, di parlare con la Madonna e con i morti.

Ha ricevuto il dono delle stimmate e della bilocazione, proprio come San Pio da Pietralcina, diventando, in questo modo fenomeno popolare e punto di riferimento per molti calabresi.