Games of Thrones: perchè era questo l’unico finale possibile?

Games of thrones, l'unico possibile finale di stagione per la saga fantasy più discussa

A quasi due settimane dalla messa in onda italiana dell’episodio finale del capitolo conclusivo di Games of Thrones, adattamento della celebre saga di George Martin, ”Le cronache del ghiaccio e del fuoco”, ancora si vocifera un malcontento generale sul finale della saga fantasy che ha tenuto incollati milioni di telespettatori per quasi dieci anni.

La furia di Daenerys e il sacrificio di Jon Snow

Nel penultimo episodio della serie Games of Thrones, abbiamo assistito alla completa distruzione di Approdo del Re, cuore pulsante dei Sette Regni, in cui è sito il tanto agognato Trono di Spade. L’ultimo episodio, si apre sulle rovine fumanti della città, distrutta dalla furia della Regina Daenerys, ultima legittima erede di casa Targaryen o, quanto mento, l’ultima che Essos e Westeros sanno essere esistente. Mentre Jon, figlio di Lyanna Stark e Rhaegar Targaryen nonché vero erede del Trono di Spade per discendenza diretta disdegna la posizione di sovrano per amore della amata e amante zia Daenerys, resta inerme di fronte alla carneficina apposta dalla Regina dei Draghi, in uno scoppio di collera tipica del sangue folle che scorre nelle vene dei regnanti dai capelli argentati.Sir Davos ,TyrionJon Snow ammirano la capitale distrutta.

E’ lì che l’ex Re del Nord, inizia a chiedersi se è quella la sorte che spetta i Sette Regni: una regina che fa giustiziare chiunque non sia d’accordo con lei. Molti hanno criticato questo ribaltamento cucito addosso a Daenerys Targaryen: la Mhysa, colei che aveva liberato gli schiavi dai padroni ad Essos, nella baia degli schiavisti, ora è diventata una tiranna, pazza, degna erede di suo padre il Re Erys detto il Re Folle? Ma in Games of Thrones tutto ha una circolarità. I più attenti avranno certamente notato come il gene della follia pullulasse già precedentemente nell’ultima di casa Targaryen. Ricordiamo che Daenerys fa uccidere suo fratello Viserys senza battere ciglio, all’inizio della storia. Crocifigge i padroni ad Essos, fa bruciare vivi i Tarly solo perché non si inginocchiano a lei.

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Non si è mai parlato di un personaggio magnanimo, bensì, di un personaggio che è magnanimo all’occorrenza e solo per il raggiungimento dei suoi scopi. Davvero qualcuno pensava che, dopo la perdita dei due draghi suoi figli, la decapitazione davanti ai suoi occhi della sua ancella e amica, Missandei, la scoperta che è Jon Snow – Aegon Targaryen – il vero erede del Trono di Spade, Daenerys non avrebbe messo in circolo il gene folle della sua casa di appartenenza? Una fine già annunciata e l’unica che poteva essere: la follia di una donna che ha combattuto e che poi è esplosa in tirannia. E Jon, spirito libero non attaccato al potere ma alla giustizia, cosa poteva fare se non uccidere la donna che ama per salvare il suo popolo, lasciare il trono e seguire Spettro e Tormund al di là della barriera, assecondando il suo animo libero?

Tyrion: l’ultimo dei Lannister

Dopo essersi diretto ai ruderi della Fortezza Rossa ed aver visto giacere senza vita i corpi dei fratelli gemelli, Cercei e Jaimie, innamorati fino all’ultimo, Tyrion piange, conscio del fallimento del piano di fuga che aveva preparato per i fratelli. E’ lì che nel dolore cresce la rabbia: Tyrion si rende conto di non poter lasciare il regno nelle mani di una distruttrice, si rende conto che i dubbi dell’amico Varys che lui stesso ha tradito, erano veri. Ma dal suo sguardo furioso si evince che il più astuto dei Lannister farà di tutto perché Daenerys non regni sul Continente Occidentale. Tyrion getta la spilla di Primo Cavaliere ai piedi di Daenerys  e viene rinchiuso per tradimento dopo che quest’ultima fa un discorso dittatoriale alla sua platea di uomini.

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E’ lì che Jon inizia a dubitare della sua amata, forse, grazie anche alla sorella Arya che gli apre gli occhi affermando la sempiterna rivalità che la Regina dei Draghi avrebbe provato per la sorella Sansa. Una frase di Arya colpirà lo spettatore: “Riconosco un’assassina quando ne vedo una”. E’ il colloquio con Tyrion, però, che apre gli occhi al novello Targaryen. Entra in scena la vera personalità di Tyrion che chiede a Jon: ”Tu lo avresti fatto?”, ecco che il re della dialettica dei Sette Regni apre gli occhi all’ormai ex bastardo di Grande Inverno, facendogli notare che c’è solo una cosa da fare per evitare la strage di ulteriori innocenti.

Games of thrones: il finale perfetto

La morte di Daenerys mette di fronte ad un momento di rara tenerezza: l’umanità dell’ultimo drago superstite, Drogon, che tocca col muso il cadavere della madre ormai morta,e con rabbia, decide di sciogliere il trono di spade. Perché? Perché è colpa di quel trono se la madre è morta! Perché non brucia Jon, l’assassino di sua madre? Semplicemente perché anche lui è un Targaryen. George Martin in Games of Thrones non lascia nulla al caso nella fitta trama del fantasy: così, il Trono simbolo della potenza Targaryen costruito trecento anni prima da Aegon il conquistatore, e forgiato dal potente drago Balerion, viene distrutto dall’ultimo drago simbolo della potenza di casa Targaryen e forse, l’ultimo che volerà sui cieli di Westeros.

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Manca solo un sovrano, ora. Chi, se non Bran? Tyrion suggerisce il suo nome abolendo la linea di ascesa al trono per ereditarietà. Bran è quello giusto, è il corvo con tre occhi, è colui che custodisce la storia degli uomini, dei Sette Regni. E Sansa? L’evoluzione di Sansa Stark è forse la migliore fra i personaggi, quella che sboccia. Per anni sia spettatori che lettori sono stati abituati a vedere Sansa come una figura remissiva e per nulla utile alla trama. Solo nelle ultime stagioni il suo carattere appare fondamentale e finalmente forgiato dai numerosi soprusi che ha dovuto subire: Joffrey Baratheon, Lord Baelish, Ramsay Boltom. Sansa, non solo diventa l’unica detentrice del potere di Grande Inverno divenendo l’unica Regina del Nord, ma riesce a far ottenere l’indipendenza al suo regno.  

Bran the Broken ( Bran lo Spezzato, appellativo affibbiato da Tyrion, sempre lui!), è ormai il protettore dei Sei Regni, non più dei Sette. E Arya? La guerriera, la Stark che ha sfidato la morte e ne è divenuta parte fra Pentos e Braavos va alla ricerca di nuove terre come la sua natura impone.Non solo le personalità importanti della saga ma anche quelle secondarie sono al proprio posto: Brienne di Tarth divenuta Ser, è Capitano delle Guardie Reali, Ser Bronn delle Acque Nere, Maestro del Conio, il Gran Maestro diviene Samwell Tarly , mentre Ser Davos, Maestro delle navi.

Games of Thrones è puramente ispirato al Signore degli anelli di Tolkien. Numerose sono le interviste in cui G.Martin si professa un cultore del genere Fantasy Epico, considerando anche il contesto storico differente in cui gli autori sono cresciuti, rimarcato dallo stesso Martin. Il Trono di Spade e il Signore degli Anelli: l’evoluzione del genere fantasy. Molte critiche dovute al finale di stagione hanno riguardato l’approssimazione e la fretta nel giungere al termine di questa ottava stagione, ma le lamentele sono state rivolte anche alla fine di molti personaggi dimenticando che Games of Thrones non è una saga, prima ancora che uno show televisivo, che premia la meritocrazia, ma ha da sempre abituato i suoi fans ai colpi di scena. La circolarità degli eventi è collegata in ogni stagione e si è perpetuata nel finale consegnando, alla fine, un prodotto ben riuscito, ché se ne dica.