Gli italiani e le tasse: odio e (non molto) amore

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““Odi et Amo” è una poesia di Catullo in cui dichiara di amare ed odiare allo stesso tempo la propria donna. Sentimento simile lega gli italiani e le tasse. L’unica differenza è che in quest’ultimo caso di amore ve ne è ben poco.

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Non passa giorno che al bar o per strada non si senta qualcuno parlarne sottovoce per non farsi sentire dalle stesse, come se si stesse parlando dell’Innominato di Manzoniana memoria. Eppure i tributi, volgarmente chiamate tasse, hanno un nome, capace di far venire la pelle d’oca alla maggior parte di noi all’avvicinarsi della successiva scadenza (anche se per quella volta non si è coinvolti in prima persona).

Le continue scadenze, gli adempimenti periodici che in alcuni casi sembrano delle vere e imprese eroiche da portare a termine e le norme che, spesso, sembrano scritte in una lingua morta data la loro difficile comprensibilità danno la percezione a larghe fasce della popolazione di essere vittime di un castigo biblico.

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Di sicuro, anche voi lettori parlando con i vostri amici o in famiglia avrete sentito molte delle cose che ho scritto. Le nostre percezioni, però, possono corrispondere o meno alla verità. Per quanto riguarda le imposte, è vero che sono diventate insopportabili?

Per rispondere a questa domanda bisogna fare riferimento alla pressione fiscale. La pressione fiscale è il rapporto tra entrate fiscali e PIL. Si tratta di un indice importante perché aiuta a capire il “peso” delle tasse sui guadagni. Per questo si chiama, infatti, pressione. Aumenta quando aumentano le tasse e/o diminuisce il PIL.

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Secondo Bankitalia, in uno degli ultimi Bollettini diffusi, nel 2013 è stata pari al  43,3%. Quindi, un po’ meno della metà della ricchezza prodotta in Italia finisce nelle casse statali. Si tengono in considerazione tutti i tributi e tutti i tipi di contribuenti. Si tratta di un vero e proprio record. Tra il 2010 e il 2011 era pari al 41,6%.

Nell’Area Euro siamo quarti per pressione fiscale in compagnia dell’Austria. Francia, Belgio e Finlandia sono i Paesi più assetati di tasse tra quelli che hanno scelto l’Euro come moneta.

Si tratta di una di quelle poche classifiche della quale molti cittadini d’Europa vorrebbe che il proprio Paese non faccia mai parte.

E voi, cari lettori, che ne pensate? Come è la vostra “relazione di coppia” con le imposte?