Isis, decapitato in Siria l’ostaggio britannico Alan Henning

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Ennesimo orrore in Siria.  Decapitato dall’Isis Alan Henning, 47 anni, tassista e cooperante britannico di Manchester rapito il 26 dicembre 2013 nella città di Al-Dana, vicino al confine con la Turchia, mentre stava guidando un’ambulanza con cibo e acqua per i bisognosi. La sera di venerdì 3 ottobre è arrivata la notizia che in rete è circolato il video della sua esecuzione.  E’ il quarto occidentale sequestrato e ucciso in Siria.

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Rivolgendosi al primo ministro David Cameron il boia, con il solito completo nero, passamontagna e coltello in mano, ha dichiarato, prima di colpire: “Il sangue di David Haines era sulle tue mani, quello di Alan sarà sulle mani di tutto il Parlamento britannico”; lo stesso Henning, che nel filmato compare con la classica tuta arancione come quella dei detenuti di Guantanamo, è costretto a dire: “Pago il prezzo dei raid inglesi”.

Poi l’assassino ha aggiunto, rivolto ad Obama: “Presto giustizieremo un americano”, cioè l’ostaggio Peter Edward Kassig, ex ranger dell’esercito statunitense che aveva combattuto in Iraq. “Obama, tu hai iniziato i tuoi bombardamenti aerei in Sham (Grande Siria), colpendo e uccidendo la nostra gente. Così noi continueremo a giustiziare la vostra gente”, ha detto ancora l’assassino.

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Intanto sia l’intelligence americana che quella inglese stanno esaminando il video, ma il premier David Cameron ha già definito quello di Henning un “brutale omicidio”, che “mostra quanto sono barbari e ributtanti questi terroristi. Faremo tutto il possibile”, ha concluso, “per stanare questi assassini e portarli davanti alla giustizia”. Il cooperante della piccola ong musulmana “Aid 4 Syria”, padre di due bambini, aveva raccolto aiuti per i bimbi siriani e li aveva portati a destinazione. Proprio per questo si diceva convinto che sarebbe stato liberato molto presto, ha riferito un ex ostaggio, un attivista siriano che aveva trascorso con lui una notte di prigionia, ma poi era riuscito a fuggire.

“Lui pensava che la sua missione fosse quella di aiutare i bambini siriani”, aveva spiegato la moglie di Alan, Barbara, in un messaggio inviato, tramite la BBC, ai jihadisti facendo un appello per la sua liberazione. “Rilasciatelo: Alan è un uomo di pace, che ha lasciato la sua famiglia e il suo lavoro per guidare un convoglio fino alla Siria e aiutare i più bisognosi. Ucciderlo non aiuterà la vostra causa”. Il giorno precedente un gruppo di imam aveva inviato una lettera al quotidiano “Indipendent”, nella quale affermavano che l’azione dei terroristi era “totalmente proibito e inammissibile secondo la sharia, la legge islamica. “I fanatici anti-islamici non stanno agendo da musulmani ma, come ha dichiarato il primo ministro David Cameron, come mostri.