L’aria condizionata è sessista?

mega-maglione

L’aria condizionata in ufficio, dilemma per tante donne in continua lotta con i colleghi del sesso opposto per un piacere che ti rinfresca la giornata, come epidemia inconsapevole solo per gli uomini.

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La donna è il sesso debole, e non è solo un modo di dire. Soffre il freddo e adora le alte temperature come fosse una lucertola sdraiata al sole. I litigi fra i colleghi è cosa di tutti i giorni, quasi fosse una guerra dei sessi, dando luogo a una serie di scortesie e cafonaggini da bambini di prima elementare.

La panza dell’uomo nascosta dentro una camicia bianca o azzurra, con una cravatta che ti stringe il collo e un pantalone castigato fino sotto alla caviglia, richiedono un refrigerio siberiano quasi ad ibernarti la mente, altrimenti non produci, e se non produci rischi il licenziamento, e con esso salta la rata del mutuo, quella dell’auto e la quota socio club della moglie e dei figli.

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Ma tutto questo la donna non lo sa, o fa finta di non saperlo. Però, tuttavia, la donna per protesta gira in ufficio indossando guanti e sciarpe da far venire i brividi solo a vederli, anche se fuori si squaglia dal caldo, esclusivamente per far valere un diritto che ritorna solo nei mesi più caldi, quelli estivi, e per un dispetto nei confronti del collega dirimpettaio

Il direttore del dipartimento di design ambientale della Cornell University, He Aldige, ha fatto uno studio sulla professionalità lavorativa tra colleghi uomini e donne, in merito all’aria condizionata in funzione negli uffici. Con la temperatura bassa cala la produttività, soprattutto tra le donne, con un margine di errori più alto rispetto ai mesi invernali, favorendo l’operato dell’uomo che rischia di scavalcare la collega donna in una ipotetica promozione.