Le migliori (e le peggiori) lauree per trovare lavoro

Fermo restando che trovare un impiego in piena crisi economica, con una recessione ai massimi storici, sia un’ardua impresa, la scelta dell’università corretta può aprire o meno le porte del mondo del lavoro.

Le top di serie

In una società informatizzata e cosmopolita come quella odierna, due sono i rami che possono rivelarsi promettenti in ottica lavorativa: la tecnologia e le lingue straniere. Ecco come ingegneria elettronica o informatica possano essere due valide alternative (da preferire a una semplice ingegneria gestionale, poiché, pur dando una preparazione tout court nel ramo, specializza un po’ meno lo studente), per studenti appassionati e abili nell’utilizzo di strumentazioni all’avanguardia e apparecchi elettronici. Gli ingegneri sono molto richiesti soprattutto nelle grandi aziende in via di espansione e anche (e oserei dire soprattutto) all’estero.
Lo studio delle lingue straniere è un altra opportunità che copre molti campi: da uno più teorico, che può essere la facoltà di lingue e letterature straniere, a uno più pratico che include invece rapporti diplomatici e internazionali, lingue per l’impresa, traduzione e interpretariato. La prima facoltà sicuramente si sposta più verso il ramo dell’insegnamento, o comunque dell’editoria letteraria, campi che in questo momento vedono un mercato abbastanza chiuso. Per quanto riguarda invece la lingua straniera applicata ai rapporti diplomatici o le imprese, il raggio delle opportunità si allarga molto, in quanto una lingua straniera deve essere applicabile anche in campo economico e non semplicemente in quello dell’istruzione. Un capitolo a parte sono le facoltà di traduzione e di interpretariato, che, oltre a fornire solide basi linguistiche, sono finalizzate all’apprendimento di tecniche tipiche della professione.
La categoria che invece è da sempre un porto sicuro è la medicina: gli anni e il carico di studio sono considerevoli (sei anni più l’eventuale specializzazione), ma il risultato finale porta sempre a grandi soddisfazioni.

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Facoltà a rischio

Per alcune facoltà purtroppo le prospettive non sono rosee, soprattutto per quanto riguarda quelle esclusivamente umanistiche. In una società pragmatica come quella odierna sembra non esserci più spazio per insegnamenti di lettere, psicologia o filosofia. Anche nel settore dell’arte, che dovrebbe essere la colonna portante del turismo italiano, gli investimenti sono esigui e la concorrenza è quindi serrata: valorizzazione del territorio o gestione dei beni culturali sono purtroppo branche in cui il mercato è in stallo.
Giurisprudenza è da sempre vista come la facoltà che offre le migliori prospettive, ma al giorno d’oggi per gli aspiranti avvocati la salita è sempre più ardua e il mercato è praticamente chiuso: giovani promettenti trovano le porte chiuse dai veterani nel campo. Stessa situazione per la laurea in architettura che rischia di offrire pochi sbocchi a chi non ha già uno studio di famiglia.

Seguire il cuore

Trovare un impiego non sarà mai facile, qualsiasi sia la facoltà scelta: per questo motivo bisognerebbe anche seguire il cuore e innamorarsi di ciò che si studia. Le scelte forzate dalla famiglia o dalle mere logiche di mercato non danno alla fine i frutti sperati. La realizzazione personale deve passare in primo piano, supportata da voglia di mettersi in gioco, passione e soprattutto pazienza.