Il Paese del Monopoly

LA-PROSSIMA-ROMA-05

Se la situazione non fosse tragica non so se mi farebbe ridere di più la candidatura di Stefano Fassina a sindaco di Roma o il convegno “La prossima Roma” organizzato da Francesco Rutelli, riapparso con un geniale colpo gobbo che conferma, se ce ne fosse ancora bisogno, che la Democrazia cristiana non è mai morta, un po’ come Berlusconi o la banda della Magliana, sì è soltanto adeguata alla politica 2.0, e che, a giudicare dai risultati, ha saputo leggere i cambiamenti di questi anni molto meglio di qualunque altro partito o movimento.

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Voglio dire, da una parte abbiamo un fossile degli anni novanta, già, se non vado errato, talent scout del ducetto Renzi all’epoca della Margherita, che si riprende, ammesso che l’abbia mai veramente lasciata, la scena facendo anche la figura di quello che riesce a far dialogare il diavolo con l’acqua santa, un convegno al quale han partecipato tre ere geologiche di politicanti, ben contenti di riprendere maneggi e gestione del potere come se nulla fosse accaduto nel frattempo, che più che un convegno assomigliava probabilmente ad un museo del pleistocene attraversato dalle nuove “scolaresche” dei palazzi del potere, tutti col naso all’insù ad ammirare chi ha fatto la “scuola” della politica italiana degli ultimi vent’anni.

Dall’altra la scena pietosa della nuova cosa rossa, o “Sinistra Italiana”, o come preferite chiamarla, i cui geniali componenti ripetono a pappagallo le stesse scempiaggini di sempre, veleggiando ormai gloriosamente, dopo aver polverizzato ogni senso del ridicolo e della dignità, ben oltre il tafazzismo, che per giunta invece di, che so, saltare un turno per capire come arginare il disastro che ci sta cancellando dalla faccia della terra e dare ad un popolo stremato una visione seppur minima del lavoro che c’è da fare, pensano soltanto a recuperare le poltrone che non potevano proprio più tenersi con la solita scusa che le cose si cambiano da dentro, che non diamo soddisfazione al PD e bla bla bla andando perché il ducetto non aveva più voglia di tenerseli tra i piedi, che si facessero il proprio partitino, così giocano, si distraggono e non rompono i coglioni, tanto basta un’alzata di voce e li rimetto tutti in riga, e così uno come Fassina si ritrova candidato a sindaco di Roma, con quale senso della realtà non è dato sapere.

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Signore e signori, vi presento il Paese del Monopoly!

Costruisci, ti arricchisci, salti un turno o te ne fai due in galera, vendi tutto o prendi tutto, ma alla fine, come la giri e come la volti, ripassi sempre per lo stesso stramaledettissimo “VIA”.