Progetto Alfa: intervista al poeta e scrittore Mario De Rosa, presidente di giuria

mario de rosa

Mario De Rosa è nato a Morano Calabro (CS) il 6.9.1953 dove vive con la moglie e i due figli. Esordisce nel mondo della poesia nel 2006. Al concorso internazionale «Anguillara Sabazia», vince il premio selezione per la poesia italiana. Nel dicembre dello stesso anno pubblica la raccolta di poesie «Ali d’Inchiostro» un successo di pubblico e di vendita a livello locale. Presente in venti antologie, quasi tutte di importanti premi internazionali. È finalista al premio «Jacques Prévert» 2007 e a «Il Club degli Autori» dello stesso anno. Vincitore del premio internazionale «Città di Castrovillari-Pollino» sez. vernacolo. È di dicembre il nono posto al Premio Internazionale «Città di Melegnano». Menzione d’onore al Premio internazionale di poesia «Penna d’autore». Primo posto al «Premio Letterario Internazionale Jacques Prévert» 2008. Finalista al «Premio Mario Dell’Arco» dell’accademia G. G. Belli di Roma 2008. Organizza l’appuntamento estivo di poesia «Verso Morano», e ne cura la direzione artistica.

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L’abbiamo intervistato per voi, in occasione del Premio Alfa.

Poeta introspettivo, attento alle tematiche esistenziali, nei tuoi
componimenti ami descrivere anche la natura in ogni suo aspetto: quanto pensi che l’animo umano sia in continuo scambio con la natura? Quanto l’uomo ha violato la natura per i suoi calcoli squallidi e superficiali? In che modo l’ha offesa?

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L’animo umano non è sempre cosciente di essere inserito in un contesto, quello naturale,col quale dovrebbe vivere con più gioia e armonia. Le cose di ogni giorno mi conducono ai quesiti dell’esistenza e dello spirito,che in noi vive come un prigioniero. L’uomo, abbandonato il sentiero della bellezza e
della verità,è diventato il “pugnale” di se stesso,nel giro di pochi decenni ha bruciato molte speranze ,a sfavore delle nuove generazioni. Penso che dovremmo prendere coscienza di tutto ciò,specialmente chi comunica.

Il Poeta vive in un mondo tutto suo, in una condizione di privilegio, e guarda il mondo dall’altro della sua estrema sensibilità, oppure, al contrario, è coinvolto attivamente nelle dinamiche sociali umane?

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Il poeta è un uomo che ha ricevuto un talento,da fa fruttare, privilegiato sì,per il suo alto sentire,per la gioia di cose per altri imponderabili, ma anche umile traduttore di questa bellezza, o estremo dolore,da comunicare ai suoi simili. Sempre deve guardare in prospettiva,(dall’alto), per avere una visione più chiara e profetica.

Hai vinto numerosi premi, l’ultimo, di recente, sei stato presidente di giuria al concorso di Poesia Progetto Alfa: che esperienza è stata?

Sono un operatore che normalmente porta la poesia, in lingua e vernacolo, nelle scuole, e in ogni luogo dove mi trovo. L’esperienza di “Progetto Alfa” mi ha arricchito ,con i giovani ritrovi la vera poesia,anche se io giovane lo sono sempre, mi sorprendo davvero del mio aspetto.

Quanto la poesia ti ha aiutato, è stata ancora dell’anima, liberazione dal dolore, elevazione spirituale, nel tuo caso?

A volte penso che la fede e la poesia siano l’unica cosa di veramente mio. Mi aiuta molto nella vita di ogni giorno , mi fa cogliere attimi di pura estetica . La sofferenza è tanta, perchè io vivo quello che scrivo e la mia sensibilità è un filo elettrico snudato. M’eleva spiritualmente e, anche se a volte non compreso, trasmetto il mio sentire al prossimo.

Come ti ha sostenuto la tua famiglia?

Tante volte essendo fonte d’ispirazione,ma anche con consigli e
partecipazione.

Cosa rappresenta essere poeta oggi, nel 2014: cosa definisce un poeta dal resto della comunità umana?

Essere poeta oggi è detenere una grande fede,conservare quel pizzico d’umana follia, in una società di macchine, interessi e sconcezze.

Quali sono i tuoi progetti artistici del futuro immediato?

Ho qualche libro (vernacolo-lingua) da pubblicare, ma non trovo un editore che mi pubblichi gratis. Forse cerco pure poco, nell’attesa di migliorarmi ancora.
Dovrei fare un premio di poesia dedicato a John Keats,spero partecipiate. L’anno scorso l’ho dedicato a Dino Campana,sempre dopo la dedica al mio paese: Morano Calabro.

Quali sono le difficoltà oggettive che si incontrano alla pubblicazione del primo lavoro letterario?

Io non sono alla prima pubblicazione,ma penso che, in Italia, il seme della poesia trovi terreno roccioso. Anche il mondo della letteratura è inquinato “dell’italo male”.

Prosa e poesia: perchè hai scelto quest’ultima?

San Francesco, quando parlava di Dio, non riusciva a stare fermo, ballava. In fondo noi siamo dei menestrelli.

Quello dell’emigrante è un tema sempre attuale, a te molto caro: questo a causa del tuo vissuto personale?

Parte dei miei parenti sono all’estero, dove anch’io ho vissuto per poco tempo. L’Europa e l’America,soprattutto del Sud,sono piene di figli d’emigrati. Conosco la lacerazione del lasciare la propria terra, anche se mi sento cittadino del mondo.

Che musa è stata ed è ancora la bellissima Calabria per te?

Oltre che terra natia,parte di quel giardino incantato che è il
Mediterraneo. Morano si trova alle falde del Pollino, quindi sotto l’egida di Apollo.

Quanto ti ispira, invece, il sentimento nostalgico di una gioventù che fu e quanto la poesia ci regala un animo costantemente giovane?

Senza aver venduto l’anima come il Faust, del divino Goethe sento molto i dolci ricordi, ma sono proiettato in un futuro di speranza,attraverso la fede. Il presente lo vivo con serenità.