La regina Vittoria: una donna non proprio “vittoriana”!

Nasceva il 24 maggio 1819 la regina Alexandrina Vittoria, sovrana della Gran Bretagna e dell’Irlanda per ben sessant’anni, prima imperatrice d’India e personaggio talmente influente da dare il nome all’epoca in cui visse, denominata appunto “vittoriana“: l’epoca delle eroine di Jane Austen e della “donna angelo” educata per compiacere la controparte maschile e, dunque, l’epoca delle contraddizioni, che ben si riscontrano anche nella vita della regina.

Educata a corte secondo la noiosa etichetta, Vittoria era sempre stata una donna vivace: la sua figura di regina, più simbolica che attiva politicamente, la rende il primo esempio di monarca moderno, eppure sono molte le riforme da lei attuate, specialmente in ambito scolastico e lavorativo. Nonostante il suo ruolo di donna di potere a capo di una grande impero, non fu mai una sostenitrice della “emancipazione” femminile, ma anzi si schierò fortemente contro le suffragette, propinando principi morali come capisaldi del suo regno. Moglie di Alberto di Sassonia e madre di ben 11 figli, paradossalmente, alcune delle sue citazioni palesano l’insofferenza per i bambini, altre la pena causata dal matrimonio, rivelando un’indole molto diversa da quella della donna vittoriana: consapevole che le donne dovevano aiutare la società con il matrimonio e la prole, la regina manifesta la necessità di sacrificio da parte del mondo femminile.

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Vittoria vanta moltissimi altri primati oltre a quelli già menzionati: in primis fu la prima reale della storia ad essere riconosciuta come portatrice sana di emofilia (una malattia che si eredita solo per via paterna) e questo fattore sembrerebbe fondamentale per dimostrare che non fosse la figlia illegittima del segretario di sua madre, sano come un pesce,  piuttosto che del Duca di Kent. Ben più interessante primato sarebbe quello concernente la prima progettazione del sottomarino: la regina infatti era un’appassionata di meccanica.

L’eclettismo di Vittoria cozza con l’immagine di conservatrice vittoriana e di donna angelo reclusa in casa: potrebbe dunque sorgere il dubbio che ella sia stata etichettata per la forte avversione al femminismo, contro cui rivolgeva tali parole:

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Le femministe dovrebbero essere fustigate. Le donne diventano asessuate quando affermano di essere uguali agli uomini, odiose e disgustose, e sicuramente morirebbero senza la protezione di un uomo. 

Sulla questione della donna “mascolina” che si appropria degli strumenti maschili si è dibattuto molto in ambito accademico, specialmente rispetto a regimi patriarcali come quello della polis greca, in cui la donna al potere veniva accusata di essere “virile”: tale atteggiamento conferma il pregiudizio che alcune attività non sarebbero “adatte” ad una donna; d’altra parte, anche il radicalismo delle femministe è stato molto svalutato nell’ultimo trentennio e risulta interessante la posizione della regina circa una perdita di femminilità da parte di donne che affermano di voler essere come gli uomini: asessuate, quindi, dovrebbero essere le attività, non le persone, in modo tale che entrambi i sessi le possano svolgere senza essere etichettati. Portavoce di tale pensiero sarà  Virginia Woolf, una donna che ha difeso il mondo femminile senza essere femminista: gli uomini devono essere femminili e le donne maschili. Deve esserci un matrimonio di contrari.

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Alessia Pizzi