Ritrovato il cadavere di Ares, il cane rapito il 21 giugno scorso a Perugia

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Tutto ha inizio nel pomeriggio di sabato 21 giugno scorso, quando un giovane sta passeggiando per le vie centrali di Perugia insieme al suo cane, un cucciolone di razza Amstaff di nome Ares.

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Una passeggiata come tante altre o almeno così, di sicuro, sta pensando il ragazzo. E, invece, improvvisamente tutto cambia: tre malviventi gli si avvicinano, gli puntano un coltello alla gola e si fanno consegnare il cane, che riescono ad avvicinare dandogli un wurstel. A nulla valgono le preghiere di lasciar stare l’animale, il tentativo di barattare il piccolo amico a quattro zampe con cellulare e soldi, perché i tre lo rapiscono e si danno poi alla fuga.

Immediatamente iniziano gli appelli in rete e il passaparola tra gli animalisti. Viene sporta anche denuncia alle forze dell’ordine e si attende. Ma, purtroppo, di Ares alcuna notizia. Silenzio assoluto fino ad oggi quando, malgrado ogni speranza che il lieto fine posa esserci, arriva, invece, la conferma da parte degli uomini della quadra mobile, che è stato ritrovato il corpo del cane, sul Monte Subasio, nei pressi di un chiosco-ristorante, molto frequentato dalla gente del posto e vicino al luogo stesso del rapimento del piccolo Amstaff.

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La presenza del cadavere di Ares è stata, infatti, segnalata proprio grazie al numeroso afflusso di persone, che hanno notato il corpo esanime del cane legato ad un albero e hanno, quindi, allertato la Polizia Municipale locale. Non si tratta, tuttavia, di un’ impiccagione, perché, dalle prime perizie fatte, risulterebbe, piuttosto, che l’animale sia stato seviziato e poi soffocato, morendo, quindi, dopo una lunga agonia, solo qualche ora dopo il rapimento.

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Ma perché un simile accanimento verso un cane, che, come unica colpa, aveva quella di passeggiare insieme al suo padrone per le strade del centro storico di Perugia? Le ipotesi sono tante e, al momento, nessuna è preminente sulle altre. Qualcuno parla di un rapimento commissionato dal mondo delle scommesse clandestine sui cani, dove i molossoidi sono molto ricercati per la loro possenza fisica e la loro resistenza al dolore. Altri, invece, avanzano l’ipotesi che Ares sia stato preso per essere poi rivenduto, grazie al suo elevato valore commerciale o che il gesto sia solo un’ennesima testimonianza di un atto di follia o di violenza ingiustificabile.

Al momento nessuna certezza, se non quella di voler trovare gli autori del misfatto e presto. Si stanno, perciò, visionando i filmati delle telecamere, che sono presenti per le vie di Perugia, per tentare di risalire al numero di targa dei rapitori o per identificare i volti stessi di questi ultimi.  Gli uomini della Questura di Perugia sono già all’opera.

Il giovane proprietario di Ares, che ha sempre preferito rimanere anonimo, sotto shock e ancor più provato dal fatto di dover esser stato proprio lui a provvedere al riconoscimento del suo piccolo amico a quattro zampe chiede giustizia. Non ha saputo dire molto degli uomini che gli hanno portato via Ares, se non che, probabilmente, non sono italiani. Ma nulla di più.

La follia contro gli animali. Il loro uso per fini di lucro, lo sfruttamento nei combattimenti, nelle corse clandestine. Il traffico di cuccioli. Gli accoppiamenti forzati. La sperimentazione sui primati. I festival della carne di cane. Gli allevamenti intensivi. Difficile dire, oggi, da quale parte arriverà la prossima bordata ai nostri piccoli, ma anche grandi amici.

Intanto Ares attende giustizia e la esige una situazione tanto folle nella sua essenza, da risultare quasi incredibile. Speriamo la risposta non tardi ad arrivare, così da dare pace ad un giovane che ha perso già un amico e non ha bisogno di perdere anche la fiducia nelle istituzioni.

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