Robin Williams, spiegato il suicidio

Ad ormai 15 mesi dalla morte di uno dei più amati attori di Hollywood, nuove scoperte vengono fatte sulla morte di Robin Williams.

La sua terza moglie, Susan Schneider, vuole dare delle spiegazioni al mondo sul perché vi sia stato un così inatteso suicidio.

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«Ho passato un anno intero a capire cosa ha ucciso Robin. A capire contro cosa stessimo combattendo, contro cosa fossimo scesi in campo e uno dei medici che lo seguivano mi ha detto, “Robin era consapevole del fatto che stesse impazzendo e che non potesse farci niente”. Non è stata la depressione ad ucciderlo, era solo uno dei circa cinquanta sintomi. Uno piccolo». «Prego che questa tragedia possa dare visibilità a questa malattia, per i milioni di persone che ne soffrono e per i loro amati».

Tre mesi dopo la morte di Robin l’autopsia confermò l’inatteso, nessuna droga od alcool ha ucciso il nostro artista, si tratta di un suicidio. Questa notizia non fece che crescere le domande. Oggi finalmente torna sulle nostre labbra il nome di questo favoloso attore non solo per farci ricordare il suo nome ma soprattutto per dare una spiegazione.

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Robin non si suicidò per depressione, fu la malattia ad ucciderlo.  LB (Dementia with Lewy Bodies), così viene conosciuta la malattia che colpì Williams un anno prima della morte, causandogli allucinazioni, attacchi di ansia, repentini sbalzi d’umore e difficoltà motorie. A causa di una di queste rigidità muscolari e motorie, ha ricordato Susie, Robin un giorno sbattè la testa contro una porta, procurandosi una profonda ferita. Un gesto estremo, quello portato a termine da Williams, figlio di una situazione psico-fisica compromessa dalla demenza. Per lui probabilmente inammissibile, tanto da preferire la morte.

Certamente una triste e sconvolgente notizia che forse ha saputo placare gli animi di qualcuno che ancora non riusciva a spiegarsi come fosse possibile. Un atto spesso difficile da capire, il suicidio, ma che delle volte, quelle più rare, sembra la scelta migliore per smettere di soffrire.

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Oggi, ad ormai più di un anno dalla scomparsa di questo favoloso attore vogliamo solo ricordare le sue magnificenze, le sue risate, i suoi racconti, le sue avventure. Oggi siamo qui per ricordarci quanto un uomo come noi abbia potuto farci provare solamente attraverso uno schermo.