Quartiere Prati, uno dei più noti della Capitale, uno dei più tranquilli. Il quartiere degli avvocati, quello in cui gli affitti e le vendite degli immobili sono proibitivi, perché qui si vive sicuri.
E, invece, sembra proprio che non sia così. Lo testimonia l’aggressione in un bar avvenuta a seguito di un incontro di calcio, solo qualche giorno fa. Lo rende ancor più certo l’uccisione del settantaseienne titolare di un “Vino e olio” locale, Nino Sorrentino, colpevole di non aver voluto vendere una bottiglia di vino ad un tassista, entrato nella sua bottega già in evidente stato di alterazione.
Dopo il rifiuto da parte del gestore di poter avere altro alcol, quindi, l’uomo ha colpito ripetutamente Sorrentino alla testa e al collo, procurandogli delle ferite mortali. Trasportato in codice rosso all’ospedale Santo Spirito, Nino Sorrentino non ce l’ha fatta. La sua salma è stata, quindi, spostata al Policlinico Umberto I, dove verrà effettuata l’autopsia.
Le Forze dell’Ordine stanno ancora effettuando indagini per ricostruire l’esatta dinamica dell’accaduto, dal momento che non ci sono testimoni.
Gli abitanti del quartiere Prati sono sgomenti. Già è difficile dare un senso alla morte, ma trovarlo a causa di una bottiglie di vino diventa davvero impresa ardua.
L’aggressore, Joelson Bernasconi, un tassista brasiliano di 33 anni, è ora in stato di fermo presso il carcere romano di Regina Coeli.
Prima di essere catturato, l’uomo ha tentato la fuga, nel corso della quale ha anche investito un carabiniere ferendolo lievemente.