Sissi, all’asta i cimeli dell’imperatrice più mitizzata di sempre

ElisabettaAustria

Il 7 maggio, nella casa Dorotheum della capitale austriaca, si terrà un evento da non perdere per i (facoltosi) amanti dell’immortale mito dell’Imperatrice Elisabetta d’Austria, conosciuta erroneamente come Sissi in Italia, come “Sisi” in Austria, ma in realtà chiamata dalla sua famiglia con il diminutivo di “Lisi”. Un evento da non perdere perchè verranno messi all’asta preziosi oggetti che le sono appartenuti (comunque un’iniziativa non certo degna dell’aura di romanticismo che ha sempre circondato questo storico personaggio): i suoi stivaletti di seta bianchi verranno messi in vendita per una cifra che va fino a 14mila euro, un servizio da tavola sarà aggiudicato per 30.000 euro e persino il certificato di morte della sovrana, pugnalata al cuore a nemmeno 61 anni dall’anarchico italiano Luigi Lucheni il 10 settembre del 1898 a Ginevra, sarà venduto per la somma di 2mila euro.

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Un’occasione per rilanciare (semmai ce ne fosse bisogno) il mito molto commerciale di quella che fu di fatto, detto in modo semplicistico, una “principessa triste”; un mito che cominciò con dei romanzi d’appendice scritti negli Anni Venti del Novecento, ma che grazie alla celeberrima e zuccherosa trilogia cinematografica degli Anni Cinquanta con gli splendidi Romy Schneider e Karl Heinz Böhm (nei panni di Francesco Giuseppe giovane imperatore) e la regia del viennese Ernst Marischka, ha conquistato il cuore di intere generazioni. Un mito, appunto, avulso dalla realtà, che come ormai è noto ai più, fu fosca e tragica.

 

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