Strumento a supporto della giustizia e sicurezza dei cittadini: Banca dati DNA

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Una banca dati del DNA è un database governativo che contiene i profili genetici di individui pregiudicati per reati penali, o fermati in flagranza di reato, cui possono essere paragonati i profili genetici ricavati da una scena del crimine. Lo scopo è quello di identificare il responsabile del crimine.

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La letteratura gialla e noir ha tramandato, attraverso decenni di indagini poliziesche di ogni sorta, quella che sembra una verità acquisita: “il delitto perfetto non esiste”. La realtà può essere a volte differente, ma è un dato di fatto che oggi nella maggior parte dei reati violenti (omicidio, stupro, rapina) vengono lasciate sulla scena del crimine tracce biologiche dalle quali, grazie alle banche dati DNA, è possibile risalire al profilo genetico del colpevole, se già schedato.

Nei Paesi che la adottano, l’uso della Banca dati del DNA ha permesso di giungere a risultati notevoli: nel Regno Unito alla risoluzione del 70% dei casi in cui tracce biologiche sono state rinvenute sul luogo del crimine. In Spagna, grazie a tale strumento, dal 2009 sono stati assicurati alla giustizia gli autori di circa 7500 reati tra cui oltre 450 omicidi, 580 stupri e 50 atti di terrorismo.

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In Germania, la banca dati del DNA, ha portato alla soluzione di 18 mila delitti in sei anni, fra i quali 371 omicidi e 870 crimini a sfondo sessuale.

L’Italia ha aderito al Trattato di Prüm, un accordo firmato nella città omonima da alcuni paesi membri dell’Unione Europea il 27 maggio 2005, con specifico riferimento all’istituzione di una banca dati del DNA. Questo istituto permette la comparazione di profili genetici ricavati da una scena del crimine per identificarne il responsabile. Come già accennato in questa banca dati vengono inseriti i profili genetici di persone pregiudicate o colte in flagranza di reato. Possono essere inoltre inseriti nella banca dati i profili genetici di resti umani non identificati e, previo assenso degli stessi, i profili dei familiari di persone scomparse, allo scopo di giungere all’identificazione dei resti di queste persone.  Notazione importante: i profili genetici che entrano a far parte della banca dati nazionale del DNA offrono informazioni sulla sola identità dei soggetti analizzati, e non permettono di risalire allo stato di salute presente e futuro delle persone. È perfettamente garantita, quindi la privacy dei cittadini e sono del tutto infondate gli allarmismi sulle “schedature di massa” che, talvolta, si leggono sul web.

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Come affermano gli esperti del settore, le tecnologie per lo studio del DNA garantiscono con precisione l’attribuzione di un profilo genetico ad uno specifico individuo. Ovviamente queste analisi devono essere condotte da personale specializzato e occorre che l’interpretazione dei dati raccolti sia svolta da professionisti che conoscano i limiti e i margini di errore di questa tecnologia.

Un riscontro trovato in una banca dati equivale ad un nome, e quindi ad una persona, in maniera inequivocabile, per inchiodare senz’altro, ma anche scagionare chi è innocente. Uno strumento in più con il quale sicurezza e privacy dei cittadini possono essere meglio garantite e tutelate.

Per chi desideri saperne di più è in homepage sul canale youtube di Palazzo Chigi un video informativo visibile al link http://www.youtube.com/palazzochigi