Il Trono di Spade e il Signore degli Anelli: l’evoluzione del genere fantasy

tolkien martin

A più di dieci anni dalla fortunata trilogia cinematografica de “il Signore degli Anelli”, ritorna di attualità il genere fantasy. Una serie di grande successo ispirata all’opera di Martin, infatti, ripropone il genere fantastico che in Tolkien trova il suo ideatore.

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Il Trono di Spade e il Signore degli Anelli hanno come elemento in comune l’appartenenza al medesimo filone letterario. Tuttavia, al di là di questo dato, moltissime sono le differenze. Distinzioni sicuramente dovute al diverso periodo storico in cui hanno visto la luce, alle diversità tra i due scrittori ed al differente significato di cui le storie si fanno portatrici.

L’opera di Tolkien, che trova ne “Il Signore degli Anelli” solo un anello della epica saga da lui creata, appare molto complessa ed intrisa di significati reconditi. I personaggi, le vicende narrate sono allegorie di qualcosa di più profondo, uno spaccato dell’animo umano con le sue luci e le sue ombre.

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barlog

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A tal proposito, ci sono molti riferimenti riguardanti l’avidità umana, portatrice di disastri e morte. Si pensi alla sete di ricchezza dei nani, la cui spasmodica ricerca di metalli preziosi li porta alla rovina risvegliando i Balrog di Moria.  Ma lo stesso fulcro dell’opera, l’anello di Sauron, rappresenta la cupidigia dell’uomo. La bramosia dell’anello dei vari portatori,  (Isildur, Smeagol, Bilbo, Frodo), è l’allegoria della potenza distruttrice della avidità umana, della schiavitù di una esistenza dedita unicamente alla ricerca del potere e delle ricchezze. Gli stessi Nazgul, gli schiavi dell’anello, sono il simbolo dell’asservimento dell’uomo, della sua debolezza per i beni terreni.

Altro tema importante per Tolkien è il rispetto della natura, dell’ambiente, della realtà rurale molto cara allo scrittore, messi in pericolo dal cieco progresso. A tal riguardo si può citare la devastazione di Isengard, quale punizione di Saruman, inflittagli  dalla natura da lui umiliata per perpetrare il suo progetto di dominio.

Al contrario, la narrativa di Martin appare meno ad ampio respiro. Le grandi capacità dello scrittore, infatti, si rivelano nella eccellente descrizione dell’animo dei protagonisti, delle loro qualità umane, nel mettere in rilievo i fini delle loro azioni, piuttosto che in una digressione verso temi più ampli, lontani dalle vicende in cui si dipana il romanzo.

 

nazgul

Uno degli elementi che maggiormente differenzia l’opera di Martin e quella di Tolkien è la contrapposizione tra bene e male. Nettissima ne “il Signore degli Anelli” in cui non vi sono tonalità intermedie. I principali protagonisti, infatti, sono schierati, o con Sauron, o con i suoi nemici. Ne “il Trono di Spade”, invece, i personaggi appaiono più umani, ricchi di sfumature, un chiaroscuro più aderente alla realtà. Ciò che distingue i protagonisti dell’opera di Martin è l’assenza, o meno, di scrupoli nel perseguire i propri obiettivi, nonché l’elemento dell’onore proprio della figura del cavaliere.

Anche le sorti dei protagonisti dei due romanzi segna una chiara linea di confine. Pochi i caduti nella lotta a Sauron. Nella storia di Tolkien, infatti, salvo Boromir e il re di Rohan, tutti i protagonisti riescono ad uscire indenni dallo scontro con le forze oscure. Più realistiche le vicende narrate da Martin. Ne “il Trono di Spade” innumerevoli sono i personaggi che cadono vittima della guerra e dei tranelli orditi dai loro nemici. Figure che fino alla loro scomparsa appaiono centrali nelle dinamiche della storia. Ciò determina continui colpi di scena ed una suspense che rende molto godibile ed avvincente la lettura.

 

trono di spade

Altro elemento su cui occorre soffermarsi è il ruolo delle figure femminili. Nel romanzo di Martin le donne occupano una posizione di primo piano, partecipando attivamente ai momenti più importanti. Nei racconti di Tolkien, invece, le cadenze delle principali vicende sono sempre scandite dalle figure maschili, veri protagonisti degli avvenimenti centrali della storia.

Si tratta di due opere appartenenti allo stesso genere, ma con molti elementi eterogenei tra loro.

Il lavoro di Tolkien appare più articolato ed amplio. Lo scrittore nato in Sud Africa ha creato una vera e propria mitologia moderna, un universo con le proprie regole e leggende e con un proprio passato. Il Signore degli Anelli, non è che un momento di una storia molto più complessa. La sua piena comprensione, infatti, richiede la lettura de “l’Hobbit” e de “il Silmarllion”, che ne raccontano tutti gli antecedenti e i retroscena.

Il Trono di Spade, invece, è un’opera a se stante che non trova agganci esterni. Si tratta di un libro scritto in modo magistrale, avvincente, imprevedibile. Tuttavia, Il genere fantasy nella storia di Martin appare essere solo lo sfondo, il contesto in cui si svolgono le vicende narrate. Una cornice della storia.

Questo il punto che maggiormente separa le due opere. Tolkien inventa un genere, senza di esso il suo racconto non esisterebbe. Il Signore degli Anelli è il fantasy. Martin usa lo stesso genere per collocare una storia, storia che, con opportuni cambiamenti, potrebbe esistere anche al di fuori del fantasy.

In definitiva il Trono di Spade appare essere un esempio di grande narrativa. Il lavoro di Tolkien è epica, il racconto di guerre, di storie di popoli, di leggende, un universo parallelo, la creazione di un mito che va oltre la storia narrata.