Il volto sconosciuto delle favelas conquista Google e Microsoft

favelas tvLe favelas sano l’anima nera del Brasile.
Quella della povertà assoluta, che scuote e si impossessa violentemente di tutti i sensi.
Gli occhi annegano nel blu dell’oceano che si vede da scorci panoramici che farebbero invidia a qualunque cartolina.
Riemergono e si posano sulla miriade di colori offerti dalle baracche.
L’odore di urina e materiali di ogni tipo disgusta e crea nausea. Le grida e le canzoni dei bimbi delle favelas restano impresse nei timpani, insieme al tonfo terribile di qualche sparo, cosi’ frequente da sembrare la suoneria di una sveglia.
La lingua dei più poveri assapora cibi avariati, trovati non sugli scaffali di avanguardistici supermercati, ma dal fondo buio e putrefatto di imponenti e decrepiti cassonetti.

Con stupore pero’ si scopre, che tra i vicoli stretti, puzzolenti e bui delle favelas, ci sono banche, negozi hi-tech e supermercati biologici. Nella Rochinha, la più’ grande favelas di Rio De Janeiro, sono operative le succursali delle tre maggiori banche del Brasile, e sempre qui è possibile acquistare capi griffati D&G, o Trussardi. Sono davvero tanti i negozi che si incontrano camminando tra le strade delle Rochinha, e sempre qui vive l’8% della classe media brasiliana, immersi nel mercato della droga e della prostituzione che attirano milioni di persone, non pochi imprenditori e business man da tutto il mondo.C’è anche qui una stratificazione sociale, baracche governate dalla miseria più nera e casette decorose abitate da normali lavoratori con una dignitosa capacità di spesa.

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Ed è per questa ragione,
che agli abitanti delle favelas, si sono interessati due colossi dell’hi-tech.

Google e Microsoft arrivano a Rio de Janeiro con un progetto del tutto inedito: la mappatura delle favelas. Progetto che è ormai in fase attuativa, capace di generare non pochi profitti per gli operatori, e diverse opportunità per i favelados. L’idea è quella di dare spazio e e visibilità a micro-realtà economiche che si possono, in tal modo, affacciare al mercato e, al tempo stesso, beneficiare di servizi offerti dallo Stato brasiliano. Da metà ottobre  le viuzze della Rochinha si sono popolate di decine di cartografi, giunti per censire il territorio, animati dalla concreta speranza che l’emersione dal sommerso e la presenza di attività varie su Google map costringa il governo a offrire servizi essenziali, luce, gas, acqua, smaltimento dei rifiuti.

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Esteban Walther, direttore marketing di Google per l’America Latina lo ha spiegato chiaramente: «Il potere di collocare le favelas nella mappa e conferirle uno status di dignità virtuale, è un passo importante nell’integrazione nella città».

Rio de Janeiro è la città pilota di questo progetto che mira a monetizzare l’interesse di utenti cui vendere prodotti e servizi, nelle favelas: l’ombelico del Brasile.