Spaccatura SEL: l’ultima fase di una lunga agonia

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Profonda spaccatura SEL: tra i 12 e i 15 deputati sono pronti ad uscire dal partito che li ha nominati per confluire nel gruppo misto e poi, chissà, forse nel PD.

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Ma da cosa arriva la spaccatura SEL?

Ufficialmente il tutto è precipitato il 18 giugno quando c’era da votare il decreto IRPEF al quale i deputati di SEL votano Sì. Il tutto passa attraverso una riunione di SEL del 17 giugno in cui, messa ai voti la decisione, 17 deputati sono stati favorevoli a votare Sì al decreto irpef che prevede gli 80 euro in busta paga per una parte di lavoratori.
Si dice ufficialmente che questo ha il valore di un monito al governo per eliminare tutte le disuguaglianze. Vendola dal canto suo afferma che questo voto non deve rappresentare uno scivolo verso Renzi in quanto questo ha ammaliato in tanti con il suo fascino, ma è sempre “igienico” mantenere posizioni critiche per immunizzarsi dal conformismo che colpisce l’Italia.
Nessuno in SEL ha cacciato nessuno, è bene dirlo, ma a questo punto alcuni che sono comunemente definiti i “miglioristi” in quanto capeggiati da Gennaro Migliore, pensano che SEL non sia più il luogo adatto a loro e quindi arrivano le dimissioni di volti importanti come Gennaro Migliore (che pare ambisca anche alla candidatura a sindaco di Napoli che con SEL probabilmente avrebbe avuto poche speranze di vittoria, ma se si vuole andare oltre le apparenze, sappiamo bene che SEL più volte ha sorpreso con le sue candidature negli enti locali), Claudio Fava, che si è dimesso anche dalla carica di vice presidente della commissione antimafia, Titti di Salvo e poi volti meno noti come Martina Nardi, Ileana Piazzoni, Nazzareno Pilozzi, Luigi Lacquaniti. Fava afferma che il suo allontanamento è dovuto al fatto che in SEL è in atto una deriva verso posizioni minoritarie (una minoranza solo perché tale non è detto che porti valori negativi) e che si è allontanato dal progetto originario, da qui la “incompatibilità” e la spaccatura SEL.

Reazione Nichi Vendola alla spaccatura SEL

Dal canto suo il sognatore Nichi Vendola spera in un ripensamento visto che dice di aver sempre considerato Gennaro Migliore come un figlio, la parabola del figliol prodigo la conosce visto che si è sempre definito comunista- cattolico che aveva in casa accanto a Marx il crocifisso.

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Le origini della spaccatura SEL

Fava afferma che le attività congressuali degli ultimi mesi hanno portato il partito ad allontanarsi dal socialismo europeo, evidente il riferimento alle scorse elezioni europee in cui SEL ha dato il suo appoggio alla lista Tsipras. Appoggio che ha comunque destabilizzato il partito perché molti si aspettavano una lista in sostegno di Schulz e il fatto che Barbara Spinelli non abbia poi ceduto il suo posto all’europarlamento a SEL e in particolare a  Marco Furfaro, ha di sicuro riaperto la ferita.
Una lettura fredda, disincantata e senza non detti di questa spaccatura SEL è stata fornita da Fulvia Bandoli sul blog da lei tenuto, da sempre Fulvia Bandoli è un’anima critica in SEL e soprattutto anima non pronta ai non detti, afferma che in realtà il motivo principale non è il mancato appoggio a Schulz o il decreto irpef, ma il fatto che alcuni non vedono spazi alla sinistra del PD. Criptico solo poco questo pensiero. Resta che SEL affronta problemi interni da molto tempo, ben prima di questa scissione, secondo me dal momento in cui a tutti i costi ci si è voluti alleare con il PD…prima delle elezioni del febbraio 2013, da quel momento la tentazione di stare sempre con il più forte, non è mai venuta meno.
Nelle parole di Gennaro Migliore si avverte secondo me tanta paura di perdere consensi, dice che votare NO al decreto irpef è come dire agli italiani che hanno ricevuto il Bonus Renzi che devono restituirlo e questo non è un bene per il Paese..dire NO, può invece essere un modo per denunciare ogni forma di “compravendita degli elettori” perché se vengono dati 80 euro ad alcuni e non ai più deboli della società, ma poi ci sono allarmi sui ticket sanitari, il rischio di un aumento fino al 12% delle tasse auto, messo poi nella riforma della PA, vengono aggiunti balzelli su balzelli come la TASI, aumentate le accise sui carburanti e di conseguenza i cittadini non sanno più i soldi da dove escono, sono confusi da mille scadenze, se fai tutto ciò non hai redistribuito ricchezze, hai solo fatto un giochetto da mago, un inganno, supportato da chi dovrebbe tutelare i deboli, compito che solo una buona opposizione può portare avanti. Stare all’opposizione non significa rompere le scatole alla maggioranza e frenare il Paese, vuol dire tutelare i cittadini, soprattutto i più deboli, ma tanto è, l’opposizione è scomoda per tutti.