Una Vita da Social

Non vi meravigliate se per strada incontrate un grosso tir, pieno di luci e con due nuvolette sulla fiancata, una bianca e l’altra blu, con all’interno le sagome di due persone.

Il grande truck è un’aula didattica multimediale itinerante che percorrerà l’Italia da Roma a Milano passando per Firenze, Livorno, Pisa, Genova, Sanremo, Olbia, Nuoro, Cagliari, Palermo, Catania, Reggio Calabria, Cosenza, Bari, Potenza, Matera, Salerno, Napoli, Campobasso, Pescara, L’Aquila, Perugia, Ancona, Pesaro Urbino, Rimini, Bologna, Padova, Venezia, Trieste, Trento, Aosta, Torino.

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Tappe una vita da social

La campagna educativa “Una vita da social” (pagina facebook https://www.facebook.com/unavitadasocial?fref=ts) è stata promossa dalla Polizia di Stato, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, e mira a sensibilizzare bambini, giovani, genitori, insegnanti, educatori … ad un uso corretto di internet e dei social network.

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Molte Aziende, tra cui Facebook, Fastweb, Google, 3, Libero, Microsoft, Poste italiane, Telecom Italia, Norton by Symantec, Skuola.net, Vodafone, Virgilio, Wind e Youtube, hanno dato il loro assenso e stanno partecipando al fianco della Polizia di Stato per un solo grande obiettivo:

“L’unica arma veramente efficace per tutelare i nostri figli sul web, è la promozione di una nuova cultura della sicurezza, il quanto più possibile immune da spiacevoli incontri”.

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Questo è ciò che si legge sulla pagina facebook della campagna “Una vita da social”.

L’organizzazione si deve al Capo della Polizia, Alessandro Panza, e vuole coinvolgere oltre 150 mila ragazzi.

Tra i post della pagina vi è anche un filmato che ha come testimonial Fiorello, il quale, presentando l’iniziativa, dice:

“Noi siamo tipi da web […] ed è proprio di questo che vi vogliamo parlare, perché il web, la rete è una cosa bellissima, è una cosa stupenda, perché ha migliorato sicuramente la vita, ha modernizzato tutto, rapporti, ci si parla velocemente, c’è skype, ci sono cose bellissime, ci sono cose positivissime ma …. Bisogna dire ma … come tutte le cose belle, c’è anche un risvolto negativo. Ora noi qua non è che vi vogliamo fare la predica, e poi si sa, che quando vi facciamo le prediche voi dite “Uffaaaa, che palleeee, e bastaaaa!!!!”, ma noi che abbiamo una certa esperienza, sappiamo che bisogna prendere il web con le molle e bisogna stare un pochino attenti, perché si nascondono le insidie.

Per prima cosa vorrei parlare del cyberbullismo, c’è sempre a scuola quello che vuole fare il bulletto della classe, che spinge, che fa cadere i libri, adesso si è allargata anche in internet e apri facebook e trovi gli insulti …”

A questo punto, prende la parola un ragazzo presente, sottolineando come le ingiurie postate sulla rete diventino virali e, in questo modo, tutta la scuola è a conoscenza della situazione, danneggiando, in modo quasi indelebile, la dignità del soggetto interessato.

Fiorello a questo punto esorta tutti i ragazzi a parlare e a confidarsi con i genitori.

Prosegue dando una panoramica degli altri problemi che accadono in rete, come ad esempio le truffe, gli incontri concordati con gli sconosciuti e sottolinea che ogni ragazzo deve essere sempre guardingo e non fidarsi immediatamente di ciò che viene detto o raccontato.

Oggi, il grande truck è a Firenze e molte sono le testimonianze positive dei ragazzi intervenuti.

Sulla pagina facebook, tra i post, si legge:

“mi chiamo Matteo ho 12 anni e oggi ho capito che il cyber bullismo va denunciato alla polizia postale perché nessuno ha il diritto di far male agli altri”

“ciao sono Stefania, ho 11 anni. oggi ho scoperto che su internet non bisogna mai fidarsi perché possono nascondersi persone malintenzionate. io però navigo con mia mamma”

“mi chiamo Diana e questa mattina ho visto la polizia di stato sulla vita da social. cosi puoi capire se i cattivi prendono una foto di un’altra persona e scrivono un nome falso ed anche i numeri falsi. E loro mandano dei messaggini per incontrare quella persona e fargli del male e approfittare della loro debolezza. bravi bravi poliziotti e anche i complimenti per l’idea social”.

I ragazzi sembrano apprezzare l’iniziativa della Polizia di Stato, che in questo modo incontra i bisogni e le necessità dei più giovani, adoperando un linguaggio da loro utilizzato quotidianamente.

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