Lavoro a distanza dopo il Covid: è giusto renderlo permanente? Un case history interessante

Nella Silicon Valley si discute se rendere permanente il lavoro a distanza reso necessario dalla pandemia Covid 19. Ma ci sono dei no da considerare.

The Bay Area è il secondo nome con cui è conosciuta San Francisco, la quinta area metropolitana degli Stati Uniti. Riveste un’importanza economica fondamentale perché comprende la Silicon Valley. È la parte meridionale di S.F Bay Area e concentra globalmente le migliori società di alta tecnologia, innovazione, social media e anche capitale di rischio.

Fra tre grandi soggetti coinvolti nel cambiamento di questa grande area nasce una discussione interessante sul lavoro a distanza: è giusto renderlo permanente con un piano cittadino, politico ed economico a lungo respiro? Chi deve rispondere, e lo sta facendo con delle dinamiche importanti nel racconto di Louis Hansen di Mercury News, sono:

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  • gli amministratori locali che vogliono ridisegnare le città, con un piano ambientale a lungo periodo (fino e dal 2035);
  • i colossi Hi-tech interrogati su questo progetto;
  • un’agenzia governativa, la Metropolitan Transportation Commission, chiamata a disegnare i piani regionali ha suggerito dei cambiamenti senza precedenti.

Quattro motivi per cui il lavoro a distanza non può diventare permanente

Al centro del dibattito c’è il lavoro a distanza che in una zona che ospita molto terziario, finanza e hi-tech non è una novità. Lo è però la richiesta di rendere permanente questa modalità di lavoro. San Francisco, come tutto il mondo, ha subìto le conseguenze del Covid. I lavoratori sono stati spostati dagli uffici alle proprie case in modalità smart e remote working. Molte società tecnologiche, ad esempio Google, hanno dichiarato di voler investire su questa modalità produttiva e professionale. Quando la MTC ha chiesto di rendere permanente il lavoro a distanza si sono rifiutate come anche le amministrazioni locali.

Le note negative su un progetto importante e rivoluzionario, almeno per una parte del pianeta, sono quattro

  1. Le grandi società hanno trasformato da molto tempo i loro ambienti professionali in aree verdi e ricche di attività e comodità per i dipendenti. Hanno piani interni per aumentare le ore di lavoro a distanza, non amano richieste governative e locali troppo radicali.
  2. Le stesse amministrazioni locali temono un progetto radicale di trasformazione del lavoratore dipendente in ufficio in smart o remote worker. Secondo alcuni esperti, creerebbe la fuga in massa di molte società, una migrazione di convenienza fiscale ma anche economica, politica e strategica.
  3. Sempre le grandi società, partendo da Google e Salesforce, hanno investito in campus, quartieri residenziali per studenti, stagisti, professionisti che si formano e diventano con il tempo anche dipendenti, studiosi e persone che per lavoro, studio e giornalismo sono portate a vivere vicino le grandi sedi. Insomma, il lavoro vicino casa è anche una risorsa importante quanto quello a distanza, e sono stati spesi ingenti capitali privati per ridisegnare parti della città.
  4. Se sono stati costruiti quartieri pensati per lavoratori dipendenti e, tra l’altro, di grandi società, le attività commerciali e i servizi si sono costruiti in base a questo tipo di cittadinanza. Le piccole e medie imprese legate a queste realtà, direttamente e indirettamente, verrebbero danneggiate.

Ecco il progetto di MTC, che ha pensato anche di costruire una pista ciclabile che unisce la Silicon Valley al Texas

Credit Photo Pixabay

La Metropolitan Transportation Commission, come pianificatore regionale, ha disegnato un progetto di città green che prevede la richiesta di far lavorare da casa almeno tre giorni la maggior parte dei professionisti e dipendenti in ufficio. L’obiettivo è di raggiungere nel 2035 la presenza a casa superiore al 60% delle ore attuali. Ciò ridurrebbe i pendolari con veicoli ad emissioni gas, si contribuirebbe a diminuire l’effetto serra. Inoltre, cambierebbe parte della pavimentazione cittadina, più strade pedonalizzate soprattutto verso negozi e locali di rappresentanza, molte gestite anche dalle grandi società interpellate.

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Diversi sindaci hanno dichiarato questi progetti bellissimi ma impraticabili, considerando i 4 punti descritti e il costo di realizzazione: 400 miliardi di dollari e 13 miliardi solo per piste ciclabili, nuovi pedaggi e limiti di velocità pensati a ridurre gli impatti ambientali di una popolazione che cresce.

Lavoro a distanza per il sindaco di San Jose: prima, durante e dopo la pandemia

Sam Liccardo, primo cittadino di San Jose, ha dichiarato troppo costoso, e limitato nella visione, il progetto. È importante voler raggiungere l’obiettivo di qualità dell’aria ma non è provato che possa avvenire con la diminuzione delle automobili, soprattutto se queste in un futuro saranno elettriche. Secondo elemento sottolineato dal sindaco è sul lavoro a distanza in tempi di Covid. Condizioni dettate per proteggere la salute di tutti e con regole e strumenti provvisori, pensiamo alle mascherine e ai test sierologici. Una visione sul lungo periodo non deve considerare e applicare ciò che si fa sotto emergenza.

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Iole Di Cristofalo
Iole Di Cristofalo
Articolista e web copywriter