E’ boom per i rivali di Whatsapp.
Sono bastate poche ore di down tecnologico e di buio messaggistico per far incrementare vertiginosamente le iscrizioni ad altre applicazioni di messaggistica istantanea. Nelle ore successive all’acquisto di Whatsapp da parte di Facebook e il blackout delle ventiquattr’ore dopo, milioni di persone hanno scaricato sul proprio smartphone un’altra applicazione.
Le più quotate? La giapponese Line, che mostra di aver aggiunto al proprio elenco circa due milioni di iscritti nelle ore di blackout di Whatsapp; l’altra app del weekend è stata Telegram, un’applicazione russa che si appoggia su moltissimi server in giro per il mondo.
Viber non è infatti l’unica agguerrita alternativa; nella schiera delle app in salita ci sono infatti la coreana Kakao Talk e la cinese WeChat, in costante crescita anche in Italia.
Ma mentre la linea di avversarie si contende il mercato asiatico ed è solo ora in espansione, la russa Telegram ha il vantaggio di appoggiarsi su server internazionali e un’app in più: una chat segreta che si autodistrugge dopo un tot di tempo. Veloce, sicura, sempre più istantanea.
Il problema è che Zuckerberg, con quei 19 miliardi, non ha comprato solo Whatsapp ma anche le rubriche telefoniche di 450 milioni di persone. Telegram promette, per ora, di rimanere idealista e senza pubblicità. Sarà così?
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