Il cibo dura molto di più con la nuova tecnologia

Il cibo dura molto di più: la nuova tecnologia che elimina i batteri

Cibo sprecato: numeri enormi e una nuova arma contro i batteri

Quante volte hai aperto il frigo e scoperto che il cibo, soprattutto carne e pesce, era ormai da buttare? Non è solo una seccatura domestica: a livello globale lo spreco alimentare vale centinaia di miliardi di dollari ogni anno e ha un impatto ambientale enorme. Una parte consistente di queste perdite è legata al deterioramento microbico, cioè ai batteri che rovinano gli alimenti molto prima che finiscano in tavola. Per affrontare questo problema, un gruppo di scienziati della McMaster University (Canada) ha sviluppato un dispositivo rivoluzionario: un piccolo “tovagliolo” con microaghi carichi di virus buoni, capaci di eliminare i batteri responsabili del deterioramento.

L’idea è semplice quanto ingegnosa: usare i batteriofagi – virus che infettano solo i batteri, innocui per l’uomo – per sanificare in profondità gli alimenti deperibili, riducendo sia il rischio di intossicazioni sia lo spreco alimentare. È un passo avanti importante verso un modello di conservazione più sicuro, sostenibile e rispettoso delle risorse.

Cibo sicuro più a lungo: come funziona il quadrato con microneedles

Il dispositivo è un quadrato sottile, simile a un piccolo tovagliolo assorbente, che si appoggia sul fondo di un contenitore tipo Ziploc o direttamente sulla superficie dell’alimento. Al suo interno si trovano microneedles – microaghi – rivestiti di fagi selezionati contro i batteri che causano il deterioramento di carne, pesce e altri prodotti freschi.

Una volta a contatto con l’alimento, i microaghi perforano leggermente la superficie e iniettano i batteriofagi in profondità. I fagi riconoscono i batteri bersaglio, li infettano e li distruggono dall’interno, bloccando la proliferazione microbica. In laboratorio, questa tecnologia ha dimostrato di riuscire a decontaminare pollo, gamberetti, peperoni e formaggi, riportando i livelli batterici entro i limiti di sicurezza alimentare.

Che cosa sono i fagi e perché sono considerati sicuri

I batteriofagi, o semplicemente fagi, sono virus specializzati nel colpire solo i batteri. Non attaccano cellule umane, animali o vegetali e sono già presenti in modo naturale in moltissimi ambienti: acqua, suolo, intestino, superfici degli alimenti. Per questo sono considerati sicuri per l’uomo.

Da anni i fagi vengono studiati come alternativa o complemento agli antibiotici, soprattutto contro batteri resistenti ai farmaci tradizionali. In campo alimentare, alcune formulazioni sono già autorizzate per ridurre la presenza di patogeni come Listeria o Salmonella su prodotti pronti al consumo. L’innovazione del team canadese non è l’uso dei fagi in sé, ma il modo in cui vengono veicolati all’interno del cibo grazie alle microneedles.

Perché gli antibiotici non bastano (e i conservanti non piacciono più)

Le soluzioni oggi più diffuse per garantire la sicurezza alimentare si basano su:

  • uso di antibiotici negli allevamenti, che può favorire lo sviluppo di batteri resistenti;
  • aggiunta di conservanti chimici, sicuri ma spesso mal visti dai consumatori;
  • catena del freddo rigorosa, che non sempre viene rispettata perfettamente lungo tutta la filiera.

I fagi offrono un approccio molto più mirato: colpiscono solo i batteri pericolosi, senza modificare sapore, consistenza o valore nutrizionale dell’alimento. In più, si auto-replicano finché trovano batteri da infettare, estendendo nel tempo l’effetto protettivo senza bisogno di ulteriori interventi.

Microneedles: ispirate alla medicina, applicate al cibo

Il limite principale dei fagi “classici” è la difficoltà di penetrare in profondità in pezzi di carne o altri alimenti compatti: spray e immersioni restano perlopiù in superficie. Le microneedles risolvono questo ostacolo. Inspirandosi ai cerotti transdermici usati in medicina, i ricercatori hanno creato microaghi commestibili o biocompatibili, abbastanza robusti da entrare nel tessuto dell’alimento ma abbastanza delicati da non alterarlo.

Per la struttura degli aghi sono stati testati materiali come la gelatina e altri polimeri usati in dispositivi medici; per il rivestimento esterno è stato scelto il PMMA, un materiale già impiegato negli imballaggi alimentari. I test in laboratorio su bistecche contaminate hanno mostrato una riduzione quasi totale di E. coli e Salmonella, spesso superiore ai metodi tradizionali a base di spray o iniezioni di fagi.

Quanto spreco alimentare può evitare questa tecnologia

Secondo le stime di diverse agenzie internazionali, circa un terzo del cibo prodotto nel mondo viene perso o sprecato lungo la filiera. Una parte importante di questo spreco deriva dagli alimenti che si deteriorano prima di essere consumati: carne che cambia odore in frigo, pesce che non appare più fresco, prodotti deperibili scartati per eccesso di prudenza.

La tecnologia dei microaghi caricati di fagi potrebbe:

  • prolungare la finestra di sicurezza degli alimenti freschi;
  • ridurre il numero di prodotti eliminati dai supermercati per sospetto deterioramento;
  • diminuire la quantità di cibo che le famiglie buttano perché “non si fidano più” della sua freschezza;
  • limitare il rischio di intossicazioni alimentari, con benefici anche per i sistemi sanitari.

In un articolo dedicato a questa innovazione, pubblicato su Singularity Hub, i ricercatori sottolineano come il sistema sia pensato per essere semplice, scalabile e a basso costo, adatto sia all’industria sia all’uso domestico: articolo su Singularity Hub sul “cerotto” di virus che allunga la vita del cibo.

Dal frigo di casa agli imballaggi intelligenti per il cibo

Il passo successivo sarà integrare le microneedles direttamente negli imballaggi. Invece di aggiungere un quadrato separato nel contenitore, sarà la confezione stessa ad avere aree interne con microaghi e fagi. Ciò permetterà:

  • un contatto costante tra alimento e sistema di protezione;
  • una distribuzione più uniforme dei fagi all’interno del prodotto;
  • un monitoraggio visivo dello stato del cibo, abbinando ai fagi sensori che cambiano colore in caso di deterioramento.

Questi “imballaggi intelligenti” potrebbero diventare standard per carne, pesce, piatti pronti e altri prodotti ad alto rischio, riducendo scarti e richiami di lotti contaminati.

Una nuova alleanza tra tecnologia, microbi e sostenibilità

Il progetto della McMaster University dimostra come la tecnologia, invece di aggiungere strati di chimica, possa usare i microbi “buoni” per proteggerci da quelli pericolosi. Virus che un tempo facevano paura vengono ripensati come strumenti preziosi per migliorare la sicurezza del cibo, ridurre lo spreco e alleggerire l’impatto ambientale della filiera alimentare.

Se i test in corso confermeranno sicurezza, efficacia e costi competitivi, non è difficile immaginare un futuro in cui aprire il frigorifero significherà trovare meno alimenti da buttare e più confezioni progettate per aiutarci a consumare responsabilmente ciò che compriamo.

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