Greta Thunberg: peluche o attivista?

Con le sue conferenze in giro per l'Europa e gli U.S.A., il peluche Greta-T parla di rinascimento climatico. Di concreto non fa però nulla per combattere la Cina, l'oltretomba dell'inquinamento.

La realtà è che esistono due Greta Thunberg: la prima è una ragazzina di 16 anni con la sindrome di Asperger che fino a poco tempo fa giocava ed andava a scuola insieme a suoi amichetti, mentre la seconda è l’attivista di 16 anni con la sindrome di Asperger che vende libri, tiene conferenze internazionali e guida l’ambientalismo verso nuovi orizzonti. Ad essere molto precisi, la seconda Greta Thunberg non è fatta di carne ed ossa, non pensa con il proprio cervello e non parla con la propria bocca: è il peluche Greta-T. Il controllo di Greta-T appartiene in via primaria ai genitori Malena Ernman e Svante Thunberg, che lo muovono e lo utilizzano a loro piacimento come fosse un joystick della play station. Il Greta-T, costruito nella terra madre dell’Ikea, non avendo un’anima e nemmeno il dono della vita, può solamente stare immobile dove il proprietario decide di appoggiarlo, fare quello che gli viene fatto fare e se è addirittura un po’ interattivo, dire ciò che gli viene fatto dire. Più di questo è impossibile, dato che l’intelligenza artificiale è fortunatamente ancora parecchio lontana dalla nostra disposizione e dall’essere inserita all’interno di un ciccio-bello. Il perché del suo exploit va raccontato con molta franchezza. Il Greta-T non ha fatto nulla di epico, tutto il merito va all’acume commerciale dei suoi manager o di chiunque altro ci sia dietro. Una scolaretta che salta la scuola e staziona davanti al Parlamento svedese con un cartellone non è rivoluzionario e tantomeno lo è una ragazzina che legge discorsi sommari e generici scritti da qualcun altro davanti alla platea dell’Onu. Lo sfruttamento della sua giovane età ed ancora peggio, della sindrome di Asperger da cui è affetta, rappresentano le sue formidabili armi di distrazione di massa, per le quali ci vorrebbe però come minimo una licenza, considerando la capacità assoluta di fare vittime e proseliti. Il Greta-T, seppur in buona fede, non fa altro che pronunciare slogan, ma il fatto è che non è ancora stato realizzato nessun piano concreto per ripulire questo gabinetto di mondo e vengono appunto pronunciati solo slogan e motti.

India e Cina sono responsabili del 90% (!) dell’inquinamento di plastica nei mari e negli oceani. Un dato che dovrebbe parlare da solo e far urlare di rabbia il pianeta intero, invece di annebbiarci la vista con le cannucce e le posate di plastica che l’UE renderà illegali dal 2021. Il motivo per cui India e Cina producono la quasi totalità d’inquinamento plastico sta nel fatto che non si fermano semplicemente a vomitare i loro rifiuti in mare, ma ci rovesciano anche quelli di Stati Uniti e altri paesi, che in linea teorica dovrebbero invece essere riciclati. Nel medesimo momento in cui viene ripulita una bella spiaggetta da 4 finti attivisti appena scappati di casa, i rifiuti correttamente riciclati vengono smaltiti da feroci speculatori che li spediscono dall’altra parte del mondo, dove dulcis in fundo, vengono rigettati in mare!!! Ecco servito il grande respiro della terra. 

- Advertisement -

Le infinite promesse di riduzione di emissione di CO2 e gas inquinanti sono niente di più che parole vuote e carta straccia. Mentre gli imprenditori italiani ed europei devono rispettare imposizioni ambientali assai fiscali, che si aggiungono alle già inesauribili tasse, la Cina, ancora la cattiva Cina, ha in progetto l’assurda realizzazione di più di 150 centrali a carbone. In questa maniera, la Cina potrà sempre più assurgere a perfetto centro di delocalizzazione di tutte le imprese mondiali, che potranno così evitare le tasse ambientali, continuare ad inzozzare il nostro mondo e persino risparmiare sulla mano d’opera dei bambini con gli occhi a mandorla.

Il rimedio proposto da Alexandria Ocasio-Cortex per salvare il pianeta, nuova paladina del Partito Democratico made in U.S.A. e compagna di merende di Greta Thunberg, sarebbe quello di fare meno figli. Le nascite diminuiscono però solo in Europa, dove l’inquinamento rappresenta una goccia nel mare d’immondizia prodotto invece dalla Cina e dagli U.S.A. In pratica, gli occidentali, che sono in minoranza rispetto ad Asia ed Africa ed anche più puliti, devono soffocare cercando di rispettare le regole, mentre invece i paesi in via di sviluppo (cioè poveri) continuano a distruggere il nostro pianeta. Tra 30 anni, la sola Nigeria avrà gli stessi abitanti dell’Europa intera che al contrario sta demograficamente diminuendo. Facendo due semplici calcoli, è probabile possa avvenire una sostituzione etnica frutto delle migrazioni di massa. Una catastrofe di cui Greta-T non parla per volere dei suoi burattinai.

- Advertisement -

Riccardo Chiossi