La morte dell’Arte

Vergognoso. E’ una decisione che provoca sgomento e allo stesso tempo lascia esterrefatto chiunque: la storia dell’arte non sarà quasi più considerata una materia oggetto di studio nelle scuole italiane.

Partendo dal passato il glorioso ex ministro Maria Stella Gelmini aveva violentemente ridotto in qualche modo con la riforma del sistema scolastico (nn. 133 e 169/2008) il numero di ore dedicato allo studio dell’arte.

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Ora si può affermare utilizzando un gergo popolare “siamo alla frutta”: d’altronde si sta concludendo, nonostante gli appelli e le numerose pressioni per reintrodurre una materia saccheggiata dalla Gelmini, un processo di distruzione della cultura dell’arte. Tutto ciò è a dimostrazione del fatto di quanto sia imbarazzante la condotta dello Stato italiano, che si conferma ignorante, indifferente e confuso. Come è possibile distaccarsi dalle proprie radici, eliminare un passato così glorioso dal punto di vista artistico?

L’ Italia è un paese invidiato dal mondo intero per le sue immense opere e milioni di stranieri ogni anno visitano le bellezze artistiche di Michelangelo, Donatello, Raffaello o Leonardo per citarne alcuni. E’ un paese che vive di turismo culturale, che innamora per la sua arte e che ha bisogno sempre di essere rinnovato. Invece stiamo vivendo una situazione paradossale, dove la parola crisi è divenuta l’attenuante di ogni scelta politica, economica e sociale. Direbbero in molti che “la crisi è causata dal debito pubblico”, la cui provenienza però rimane ancora un mistero. Il popolo italiano intanto deve subire le continue imposte, sottostare alle numerose beffe e accettare quest’ultima scelta, la devastazione culturale.

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La giustificazione di questo scempio è l’impossibilità del Paese di sostenere la spesa del mantenimento della materia. “Rabbrividente” oserei dire. Milioni e milioni di soldi pubblici finiscono chissà dove e sono usurpati dai politici che ne abusano illegalmente. L’individualismo e l’egoismo regnano sovrano e l’avarizia, rappresentata tanto scrupolosamente dal celebre scrittore francese Balzac, ha raggiunto limiti inimmaginabili. Maledetta corruzione.

E come sarà possibile comprendere la storia italiana senza conoscere la sua storia dell’arte?

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Stiamo spargendo ignoranza più di quanta non ce ne sia già in giro, costruendo una generazione di capre, mietendo indifferenza a destra e sinistra e lasciando portarci via ogni collegamento col passato. Il passato dovrebbe essere un punto di partenza per affrontare il futuro e invece diventerà un domani un vano ricordo sfocato e buio.