L’interruttore che regola le nostre fobie

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All’interno di ogni uomo è presente un mondo sconosciuto e oscuro, fatto di stati d’animo che determinano il proseguo della loro esistenza.

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Emozioni, dolori, ansie, gioie inerzie e indifferenze, sono tra gli stati d’animo più frequenti, quasi storia di tutti i giorni. Nei casi più gravi le fobie si posso trasformare in malattie e condizionare la vita delle persone. La paura del buio, dell’aereo o del giorno più bello, quello del matrimonio, caratterizzano la nostra personalità.

Un gruppo di ricercatori del Cold Spring Harbor Laboratory, ha fatto una ricerca specifica sui topi, pubblicata su “Nature”, relativo al meccanismo con cui agiscono quando si scatena il terrore nascosto dietro a un ricordo. Il loro comportamento è simile a quello dell’uomo, la paura prende il sopravvento. Il panico può fare brutti scherzi dai quali sarà difficile controllarci.

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In commercio esistono tanti farmaci, veri o presunti tali, per controllare le nostre paure derivate dall’ansia, talvolta dagli effetti indesiderati: come la confusione mentale.
Secondo Bo L’, l’autore della studio, la paura è ‘codificata’ all’interno dei circuiti neuronali, per poi essere memorizzata in una regione del cervello, l’amigdala centrale, attivando la molecola Bdnf (Brain-derived neurotrophic factor). Fattori neurotrofici di cui se ne occupò, in tempi non sospetti, il premio Nobel per la Medicina Rita Levi Montalcini.

La paura agisce come un interruttore, presente nel nostro cervello, che si accende e si spegne a nostra insaputa. In Italia ci sono 8 milioni di persone che soffrono e lottano la depressione, l’insonnia e il disturbo post-traumatico da stress.