Mafia Capitale: Carminati? “Una brava persona”

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Parla di fronte ai giudici, in videoconferenza dal penitenziario di Nuoro, nell’ambito dell’inchiesta Mafia Capitale, Salvatore Buzzi, ex presidente della Cooperativa capitolina 29 Giugno, da mesi detenuto in carcere.

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Le sue sono affermazioni forti, a tratti pesanti come macigni, che vengono, però, lasciate scorrere con una leggerezza disarmante e, altrettanto, preoccupante.

Massimo Carminati? “Una brava persona, che con me si è sempre comportata ben” questa la definizione che Buzzi rilascia per descrivere l’ex attivista dei NAR, nonché appartenente alla Banda della Magliana, un uomo al quale cono contestati numerosi reati. Di lui Buzzi racconta di non conoscere il passato, quindi di non sapere nulla di un ex brigatista nero, più volte passato agli onori delle cronache delinquenziali, noto ai più come Il Guercio, reso famoso anche dalla nota serie televisiva Romanzo Criminale…nulla di tutto questo è mai giunto alle orecchie del boss delle cooperative romane, che, al contrario, conosceva solo un Carminati imprenditore, che lo ha aiutato a far crescere i posti di lavoro della sua cooperativa e a trovare pasta da acquistare a prezzi vantaggiosi.

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dentAnche rispetto al reato di corruzione Buzzi non sembra essere particolarmente colpito dalle accuse, visto che, se anche ci fosse stato – come lui stesso afferma – riguarderebbe “solo il 3 per cento del fatturato della cooperativa. Quindi poca cosa“. Ovviamente, come ha immediatamente sottolineato il legale dell’uomo, Alessandro Diddi, questa non è in alcun modo una dichiarazione di colpevolezza, ma solo un ragionamento ipotetico fatto da Buzzi di fronte ai giudici, per evidenziare quanto, a margine di un fatturato annuo della cooperativa 29 Giugno pari a 6.000.000 di euro, il 3 per cento sarebbe davvero poca cosa.

Al momento i giudici stanno vagliando la possibilità di confiscare i beni di Salvatore Buzzi, di Massimo Carminati e di altre nove persone indagate, nonché di disporre per questi stessi l’obbligo di soggiorno e di tre anni di sorveglianza speciale.

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Rimane poi ancora da comprendere bene ruolo e destino della Cosma, cooperativa legata alla 29 Giugno, che faceva, però, capo a Massimo Carminati e, attraverso la quale, veniva stipendiata la moglie di quest’ultimo, l’unica a cui era possibile intestare qualcosa, senza pericolo di confisca (così come racconta la donna stessa nel corso di una telefonata fatta alla madre, intercettata dalle Forze dell’Ordine).

Le indagini vanno avanti, senza sosta e senza riposo. Salvatore Buzzi dice che se parlasse anche di Mineo e di quanto sa, forse sarebbe lo stesso Governo a cadere. Affermazioni importanti, che ovviamente ora la magistratura sta vagliando attentamente, per capire dove porteranno. Nel racconto dell’uomo sono davvero pochi quelli che si salvano dall’essere travolti dall’ondata delle sue accuse; Buzzi afferma, infatti, che anche il sindaco di Roma, Ignazio Marino, ha ricevuto da lui 30.000 euro, attraverso il finanziamento di cene, stessa situazione anche con Alemanno e con Renzi….

Vedremo, quindi, i prossimi mesi cosa riserveranno alla città di Roma e non solo. Mafia Capitale sempre più allarga i suoi confini.