Mafia Capitale: l’elenco completo dei nomi degli arrestati

int

Sono 44 le persone, al momento, coinvolte nel ciclone di arresti della seconda ondata dell’inchiesta “Mondo di Mezzo” di Mafia Capitale.

- Advertisement -

Nomi più o meno noti nel mondo della politica, dell’imprenditoria e del Terzo Settore capitolino, all’interno del quale da anni, ormai, questi personaggi muovevano le fila del sistema di accoglienza dei rifugiati e non solo.

La lista completa degli arrestati (tratta da La Repubblica) comprende, quindi: Claudio Caldarelli (detenuto), Domenico Cammisa, Massimo Caprari, Massimo Carminati (detenuto), Nadia Cerrito (detenuta), Pierina Chiaravalle detta “Piera” (detenuta agli arresti domiciliari), Mario Cola, Sandro Coltellacci (detenuto agli arresti domiciliari), Mirko Coratti (ex Presidente dell’Assemblea Capitolina), Santino Dei Giudici, Paolo di Ninno (detenuto), Antonio Esposito, Francesco Ferrara (ex Presidente dell’Ente ecclesiastico Arciconfraternita SS. Sacramento e di S. Trifone e dirigente della cooperativa La cascina)Franco Figurelli, Emilio Gammuto (detenuto), Alessandra Garrone (detenuta), Luca Gramazio (ex consigliere regionale di Forza Italia), Carlo Maria Guarany (detenuto), Guido Magrini, Angelo Marinelli, Salvatore Menolascina, Mario Monge, Michele Nacamulli, Daniele Ozzimo (ex assessore alle politiche abitative della Giunta Marino), Brigidina Paone detta “Dina”, Carmelo Parabita, Pierpaolo Pedetti (ex amministratore delegato della società “Notre Dame” e dal 2011  Presidente dell’associazione Democratici e Riformisti), D. P. , Angelo Scozzafava (ex Direttore del Dipartimento XIV “Politiche Sociali e della Salute” di Roma Capitale), Paolo Solvi, Fabio Stefoni, Andrea Tassone, Fabrizio Franco Testa (detenuto), Giordano Tredicine (ex Vice Presidente dell’Assemblea Capitolina con Presidente Coratti), Stefano Venditti e Tiziano Zuccolo (uomo di fiducia di Mons. Sigurani, nonché camerlengo e tra i responsabili delle diverse cooperative dell’Arciconfraternita SS. Sacramento e di S. Trifone, come la Domus Caritatis o il Consorzio Casa della Solidarietà, di cui era Presidente del Consiglio di Amministrazione, poi confluite nella Cooperativa La Cascina).

- Advertisement -

Una lista che lascia davvero sconcertati e fa scorrere un brivido lungo la schiena. Qui, infatti, oltre al mondo della politica, viene chiamato in causa anche quello del Terzo Settore, il mondo del no profit e dell’accoglienza, che – per mission, ma anche per sua stessa definizione – dovrebbe essere lontano anni luce da un sistema di corruzione e di arricchimento.

L’inchiesta, che nella sua prima fase aveva portato all’arresto di nomi illustri, quali quelli di Fabrizio Carminati e di Salvatore Buzzi, continua, così, ad allargarsi a macchia d’olio, coinvolgendo anche altre personalità di spicco del circuito romano dedito dell’accoglienza dei rifugiati.

- Advertisement -

dentTra questi finiscono, dunque, in carcere, anche Francesco Ferrara e Tiziano Zuccolo (quest’ultimo intercettato più volte nel corso di conversazioni telefoniche con Salvatore Buzzi e non solo), i quali negli anni hanno gestito e gestiscono tuttora, grazie alle loro cooperative, non solo centri di accoglienza per immigrati, ma anche parte dell’emergenza abitativa e dell’accoglienza dei rom, l’Unità Mobile notturna della Sala Operativa Sociale di Roma Capitale, Centri di accoglienza del Piano Freddo, RSA per anziani, strutture per minori e molto altro ancora. Un caso fra tutti quello del Centro Enea, da sempre al centro di polemiche per la gestione e l’affidamento stesso della struttura.

Inizialmente questi agivano sotto il nome di Arciconfraternita SS. Sacramento e di S. Trifone, ente ecclesiastico al quale, però,nel tempo è stato lo stesso Vicariato di Roma a togliere il titolo di “Arciconfraternita”, così come racconta, in un’intervista rilasciata a Famiglia Cristiana, qualche tempo fa il Cardinal Vallini. La motivazione, che ha portato ad una tale scelta, è stata proprio legata al fatto che “la natura dell’Arciconfraternita non giustificava le molteplici e diversificate attività sociali che configuravano di fatto l’ente più come una impresa  sociale del Terzo settore che un ente ecclesiastico di culto e di religione“.

Un’impresa sociale che, come tale, non si è arresa di fronte allo stop del Vicariato ed ha, così, deciso nel 2012 di andare a confluire nella Cooperativa La Cascina (tra i cui dirigenti figura appunto, oggi, il nome di Francesco Ferrara), una realtà da sempre vicina a Comunione e Liberazione e che ha in gestione alcuni dei servizi del C.A.R.A. di Mineo, altra struttura ormai nota alle cronache, che si trova nei pressi di Catania.

Oggi la stessa Cooperativa La Cascina, con un comunicato stampa, tende ad evidenziare come non siano ascritti reati di mafia ai suoi appartenenti, ma in ogni caso di reati si tratta e per ora questo basta, sarà poi la giustizia ad emettere il suo verdetto finale. Nel frattempo la Procura di Catania ha indagato sei persone connesse proprio al C.A.R.A. di Mineo, per verificare come siano stati condotti affidamento e gestione della struttura.

Ancora una volta compare, così, nel fascicolo della Procura catanese il nome di Luca Odevaine, in qualità di consulente del presidente del Consorzio dei Comuni (uomo di spicco della politica romana, che ha ricoperto la carica di Vice Capo Gabinetto all’epoca di Veltroni), intercettato al telefono con lo stesso Zuccolo, mentre si confrontano su chi poter raggiungere all’interno del Vicariato.

E mentre le indagini proseguono portando con sé molti di coloro, che occupano posti di spicco nel settore dell’accoglienza (ricordiamo che tra gli indagati figura anche Gabriella Errico, presidente della cooperativa “Un Sorriso”, che gestisce il centro di accoglienza per immigrati di Tor Sapienza, lo stesso in cui sono avvenuti scontri e aggressioni qualche mese fa, rimasti poi sempre nell’incertezza rispetto a cause ed epiloghi) Mafia Capitale continua a mietere vittime.

Ancora una volta, primi fra tutti ad uscirne feriti sono coloro che usufruiscono dei servizi offerti, gli stessi rifugiati sfuggiti dalla guerra dei loro Paesi per finirne in una nuova, molto più celata e sottile, della quale solo ora sta uscendo allo scoperto la vera anima. Un’anima nera, che percorre con ferocia i palazzi del potere, ma anche i riferimenti della spiritualità; può cambiare nome, smettere di essere un’Arciconfraternita per mutarsi in una cooperativa sociale, ma la sostanza non cambia.

Odevaine, Zuccolo, Ferrara, Tredicine, Ozzimo e tutti gli altri sono ora in carcere, dove gli inquirenti li stanno interrogando per capirne di più su questo Mondo di Mezzo, che sembra aver squarciato in due la Capitale. Nel frattempo il Prefetto Gabrielli sta decidendo se il Sindaco con la sua Giunta possano ancora portare avanti il proprio mandato oppure se siano necessari specifici provvedimenti. I prossimi giorni, ma forse anche i prossimi mesi saranno, quindi, decisivi.

Mafia Capitale sta scrivendo un nuovo capitolo, una pagina di storia romana triste, una di quelle che non si vorrebbe mai leggere, forse una delle più crude e incredibili dai tempi della Banda della Magliana. Anzi alcuni nomi sono rimasti gli stessi di allora, come quello di Carminati, se ne sono, però, aggiunti altri, che oggi fanno ugualmente paura e rendono un pò meno splendente la storia della Città Eterna.