Per i due marò, l’Italia si rivolge alla Corte suprema indiana

Caso marò

Il caso dei due marò, Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, è sempre più all’ordine del giorno. Dopo le pesanti dichiarazioni dei giorni scorsi, mentre il movimento 5 stelle annuncia di voler andare in India per fare chiarezza e la situazione è sotto gli occhi di tutti, in Italia e all’estero. Infatti la Commissione europea segue da vicino il caso secondo quanto riportato da una portavoce dell’alta rappresentante Ue per la politica estera Catherine Ashton.

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Il vice presidente della Commissione europea Antonio Tajani ha affermato quanto segue in merito al caso marò: «Nella lettera che ho scritto ieri proponevo al Presidente della Commissione Barroso e alla vicepresidente Ashton che, qualora ci fosse una richiesta, o peggio una sentenza di condanna a morte per i due marò, l’Europa non potrebbe non intervenire, interrompendo la trattativa per gli accordi di libero scambio con l’India, rinegoziando anche le tariffe favorevoli che l’Europa applica all’India. Aspettiamo a vedere quale sarà la decisione della magistratura indiana, ma certamente per quanto riguarda l’Unione Europea, l’ipotesi di una condanna alla pena di morte per i marò è inaccettabile».

L’Unione Europea si batte da sempre contro la pena di morte e non può restare indifferente alla situazione dei nostri connazionali da ventun mesi bloccati in India; è questa è la posizione che, secondo Tajani, che prenderà l’Unione Europea, in accordo con le parole del Presidente Barroso.

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L’Italia ha deciso di presentare un ricorso alla Corte Suprema indiana, azione volta a scongiurare l’uso di una legge antiterrorismo, che ribalterebbe tutti i processi succedutesi finora; Roma si è decisa per mettere fine all’impasse che allunga a dismisura la prospettiva di rientro in Italia dei due connazionali, ma soprattutto si cerca di scongiurare lo spettro della pena di morte. In queste ore il parlamento sta valutando l’ipotesi inviare una missione in India. Non è più solo una questione di politica estera o interna italiana, questa vicenda sta mettendo in gioco anche l’Unione Europea e moltissimi accordi commerciali tra queste ultime e l’India.