Perché l’eredità comprende anche i debiti del defunto

Perché l’eredità comprende anche i debiti del defunto?

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Quando si parla di eredità, molti pensano solo a case, conti correnti e beni di valore. In realtà, la successione non trasmette solo la “ricchezza”, ma anche gli obblighi economici del defunto.
Una domanda che molti si pongono, spesso con sorpresa, è: “Perché devo pagare anche i suoi debiti?”
La risposta è chiara: perché l’eredità comprende tutto il patrimonio del defunto, nel bene e nel male.

Cosa dice la legge

L’articolo 752 del Codice Civile stabilisce che “gli eredi rispondono dei debiti e dei pesi ereditari in proporzione della loro quota ereditaria”.
Questo significa che:

  • se il defunto aveva debiti, questi passano automaticamente agli eredi, in proporzione alla loro parte di eredità;
  • i creditori possono chiedere il pagamento direttamente agli eredi.

La successione, infatti, è un trasferimento universale di diritti e obblighi: tutto ciò che apparteneva al defunto — attivo e passivo — passa ai suoi successori.

Cosa rientra nei debiti ereditari

I debiti ereditari comprendono:

  • mutui, prestiti, carte di credito non estinte;
  • debiti fiscali o cartelle esattoriali (Agenzia delle Entrate, IMU, ecc.);
  • utenze, spese condominiali, canoni o affitti non pagati;
  • debiti verso privati o aziende (anche da cause civili in corso).

Se non si fa attenzione, l’erede può ritrovarsi a pagare più debiti di quanti beni riceve.

Come evitare di rispondere coi propri beni

Per tutelarsi, la legge offre due possibilità:

  1. Rinuncia all’eredità
    L’articolo 519 c.c. consente di rinunciare, dichiarando formalmente di non voler accettare l’eredità.
    In questo modo, non si diventa eredi e non si risponde dei debiti del defunto.
    Tuttavia, si perde anche ogni diritto sui beni.
  2. Accettazione con beneficio d’inventario
    Regolata dagli articoli 484 e seguenti c.c., questa forma consente di accettare l’eredità limitando la responsabilità solo ai beni ricevuti.
    In pratica, se i debiti superano il valore dell’eredità, l’erede non paga la differenza con il proprio patrimonio personale.
    È la scelta più prudente quando non si conosce la situazione finanziaria del defunto.

E se gli eredi sono più di uno?

In caso di più eredi, ciascuno risponde solo in proporzione alla propria quota (ad esempio 1/3 o 1/4), ma solidarmente verso i creditori.
Questo significa che un creditore può chiedere l’intero importo anche a uno solo degli eredi, che poi potrà rivalersi sugli altri.

Il consiglio dell’avvocato

Prima di accettare un’eredità, è fondamentale verificare i debiti del defunto.
Si può fare chiedendo l’accesso all’anagrafe tributaria, alle banche, alle visure catastali e ai registri immobiliari.
Solo dopo aver valutato la situazione conviene decidere se accettare, rinunciare o farlo con beneficio d’inventario.
Un avvocato esperto in successioni può aiutare a evitare errori che rischiano di compromettere il proprio patrimonio.

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