L’altolà del prefetto sulle zone a luci rosse a Roma. Secondo Giuseppe Pecoraro, prefetto della città di Roma, sarebbe come consentire la prostituzione legalizzando qualcosa che già è illecito.
Su proposta del IX Municipio e parzialmente sostenuta dalla giunta del sindaco Ignazio Marino, si vogliono realizzare nell’area Eur, delle zone di tolleranza in cui permettere alle prostitute di lavorare lontane dalle abitazioni e dalla vista dei minori.
Però, tuttavia, la legge Merlin del 20 febbraio del 1958, dal nome della promotrice, prevedeva periodici controlli sanitari sulle prostitute. La legge è ancora in vigore, il cliente e lo sfruttatore sarebbero comunque puniti e non cambierebbe nulla. Per modificarla servirebbe una legge diversa con un dibattito in Parlamento, per poi arrivare a una normativa che corregga l’ordinamento giudiziario. «Non si può facilitare la prostituzione indicando delle zone di tolleranza, si configura il favoreggiamento, che è un reato».
Forza Italia, l’opposizione, ha annunciato in una nota di voler emettere un esposto contro il sindaco Marino, il presidente del IX Municipio, Andrea Santoro e Raffaele Clemente, il comandante dei vigili della Capitale. Nella nota si legge l’ipotesi e il reato di appoggiare illecitamente la prostituzione.
Il sindaco Marino, di fronte alle notevoli lamentele dei vescovi, alle proteste dei residenti e alle accuse dell’opposizione, ha rilanciato la vecchia ipotesi di mandare le multe a casa degli automobilisti presi a contrattare le prestazioni sessuali con le prostitute fuori dalle “aree di tolleranza”.