Spello è uno di quei borghi umbri che sembrano nati per il passo lento. Arrampicato sulle pendici del Monte Subasio, tra Assisi e Foligno, custodisce vicoli, archi e case in pietra rosata che al tramonto si accendono di riflessi caldi. La sua posizione lungo l’antica Via Flaminia ha plasmato secoli di storia e un carattere ospitale fatto di botteghe minute, vasi di gerani ai davanzali e profumo d’olio nuovo. È una meta perfetta per chi cerca arte, paesaggio e una bellezza quotidiana curata senza ostentazione.
Un tuffo nella storia
Prima insediamento umbro, poi municipium romano (la Hispellum delle iscrizioni), Spello ha conservato porte, mura e memorie lapidee che dialogano con l’impianto medievale del centro. L’età di mezzo vi ha ricamato intorno una trama di strade strette e scalinate, campanili e case a corte: camminando si leggono strati diversi, come un manuale di pietra a cielo aperto.

Cosa vedere: i capolavori
All’ingresso spicca Porta Consolare, con le tre statue romane incastonate nella facciata. Poco sopra, Porta Venere e le Torri di Properzio offrono una quinta scenografica tra le più fotografate dell’Umbria. Il vertice artistico è nella chiesa di Santa Maria Maggiore, dove la Cappella Baglioni affrescata dal Pinturicchio regala prospettive finte, grottesche raffinate e un celebre autoritratto. La Pinacoteca civica custodisce tavole e sculture lignee che ripercorrono la devozione locale, mentre la Villa dei Mosaici (appena fuori le mura) racconta il gusto della residenza tardoantica con pavimenti geometrici e figurati. Da non perdere anche San Lorenzo, San Andrea e gli oratori minori disseminati nel tessuto urbano.

Un itinerario a piedi di mezza giornata
Entra da Porta Consolare e risali via Cavour tra balconi fioriti e botteghe. Sosta in Santa Maria Maggiore per gli affreschi, poi raggiungi piazza della Repubblica con il Palazzo Comunale. Prosegui verso Porta Venere e le torri, quindi imbocca i camminamenti esterni per affacciarti sulla Valle Umbra punteggiata di uliveti. Chi ha ancora fiato può scendere verso la Torre di San Felice e rientrare in centro chiudendo l’anello tra scorci, cortili e angoli profumati di piante aromatiche.

Mappa interattiva
Apri la mappa a schermo intero
Natura e dintorni
Spello è anche il punto di partenza di passeggiate dolci. Il percorso dell’antico acquedotto conduce alla frazione di Collepino, minuscolo borgo di pietra nel bosco: un itinerario che alterna ombra, muretti a secco e vedute sulla piana. Gli amanti del trekking possono spingersi nel Parco del Subasio, dove le praterie d’altura cambiano volto con le stagioni e il vento porta odori di timo e ginestra.

Sapori da ricordare
Qui l’olio extravergine è un’istituzione: la fascia olivata Assisi–Spoleto è tra le culle dell’olivicoltura italiana e a Spello l’olio profuma di mandorla ed erbe. Accompagna bruschette, zuppe di legumi, erbe di campo e carni alla brace. In tavola arrivano farro, cicerchie, tartufo nero, salumi e formaggi di tradizione norcina. Nel bicchiere, i bianchi a base di Grechetto e i rossi del vicino comprensorio di Montefalco – con il Sagrantino in testa – raccontano una viticoltura identitaria; non mancano etichette Assisi DOC coltivate sulle stesse colline che incorniciano il borgo.

Eventi e stagioni
Il nome di Spello è legato all’Infiorata del Corpus Domini: nella notte che precede la processione, squadre di infioratori disegnano tappeti effimeri con petali, foglie e semi, trasformando le vie in un mosaico profumato. Anche fuori da questa ricorrenza, la cura per piante e fiori rimane un tratto distintivo. Primavera e inizio estate regalano temperature miti e balconi in festa; l’autunno porta vendemmie, frantoi in attività e cieli limpidi; l’inverno è quieto, ideale per chi cerca silenzio e ritmi lenti.
Consigli pratici
Meglio lasciare l’auto fuori le mura e muoversi a piedi: i dislivelli sono moderati ma la pietra levigata richiede scarpe con buona aderenza. Metti in conto mezza giornata per l’essenziale, ma una notte in più svela un borgo diverso: al calare del sole la pietra vira al rosa antico, i vicoli si fanno ovattati e il profumo di cucina invita a fermarsi. Per l’ingresso ai siti museali verifica gli orari in loco; d’estate conviene programmare le visite interne nelle ore più calde e dedicare mattina e tardo pomeriggio ai percorsi all’aperto.

Il senso del luogo
Più di ogni elenco, di Spello resta la cura: nei cartigli che spiegano una colonna romana riutilizzata, nei vasi allineati davanti alle porte, nelle botteghe artigiane che lavorano legno, carta e fiori secchi. Non è solo un “bel borgo”, ma una comunità che ha fatto della bellezza quotidiana una forma di accoglienza. Si riparte con una manciata di immagini perfette e, spesso, con il desiderio di tornare: per rivedere i tappeti dell’Infiorata o, semplicemente, per ritrovare quel ritmo lento che tra ulivi e pietra rosa sembra il più naturale del mondo.









