Un tribunale nel Sudan ha condannato a morte per impiccagione Mariam Yehya Ibrahim, 27 anni è incinta di otto mesi. La donna cristiana è stata accusata di apostasia (definisce l’abbandono formale e volontario della propria religione). La madre della giovane è cristiana, mentre il padre è musulmano.
Il giudice ha condannato Mariam alla pena di 100 frustate per adulterio. Capi d’ambasciate dei Paesi occidentali e organizzazioni in difesa dei diritti civili hanno chiesto l’immediato rilascio, ma al momento nessuna risposta è giunta.
La Commissione delle Nazioni Unite per i Diritti Umani riconosce l’abbandono della propria religione come un diritto umano legalmente protetto dal Patto internazionale sui diritti civili e politici della libertà di avere o di adottare una religione o credo.
L’articolo 18 della dichiarazione universale dei diritti dell’uomo recita: «Ogni individuo ha il diritto alla libertà di pensiero, coscienza e di religione; tale diritto include la libertà di cambiare religione o credo, e la libertà di manifestare, isolatamente o in comune, sia in pubblico che in privato, la propria religione o il proprio credo nell’insegnamento, nelle pratiche, nel culto e nell’osservanza dei riti.»
Il giudice Abbas Mohammed Al-Khalifa aveva chiesto alla ragazza di rinunciare alla fede e convertirsi di nuovo all’islam, per evitare la pena di morte, ma la giovane ha rifiutato tale verdetto. “Ti abbiamo dato tre giorni di tempo per rinunciare, ma insisti a non voler far ritorno all’islam. Ti condanno a morte per impiccagione”, ha detto il giudice.
Tutto ciò avvenuto nel distretto di Karthoum. L’occidente ritiene inverosimile una cosa del genere, la libertà negata sul proprio credo viene a cadere. Uccidere in nome di Dio non ha senso. Per quanto le leggi siano diverse in tutti i Paesi del mondo, non possiamo fermarci solo a leggere e guardare, dobbiamo intervenire e diffondere questa notizia affinchè ci sia un intervento mondiale. Dobbiamo salvare Mariam e tutte le altre persone che in futuro potrebbero ricevere una condanna del genere. Non è possibile più uccidere un essere umano senza colpe in nome del Signore, perchè la religione non vuole morti, ma vuole amore.
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