La stagione dichiarativa si muove in anticipo e il fisco 2026 entra nel vivo con la pubblicazione delle prime versioni provvisorie dei modelli. Non sono ancora i testi definitivi, ma servono a capire subito dove stanno cambiando detrazioni, bonus e regole operative: un vantaggio concreto per contribuenti, CAF, commercialisti e software house. In questa fase, leggere le bozze aiuta a preparare documenti, verificare dati e anticipare i controlli, evitando correzioni dell’ultimo minuto.
Fisco 2026: cosa trovi nelle bozze di 730, Redditi, CU, 770, IVA e IRAP
Il pacchetto dei modelli copre la maggior parte degli adempimenti di cittadini e imprese. Il 730 resta il punto di riferimento per lavoratori dipendenti e pensionati, grazie alla gestione più rapida di conguagli e rimborsi. I modelli Redditi (persone fisiche, società di persone e società di capitali) intercettano situazioni più articolate: partita IVA, redditi d’impresa, partecipazioni, regimi speciali e molte casistiche che richiedono quadri aggiuntivi. La Certificazione Unica consolida i dati che i sostituti d’imposta trasmettono e che poi alimentano anche la dichiarazione precompilata. Il 770, invece, è lo snodo tecnico per ritenute, versamenti e crediti dei sostituti. IVA e IRAP completano il quadro per le attività economiche con aggiornamenti utili a recepire le novità normative e a rendere coerenti istruzioni, righi e controlli.
Le misure per i lavoratori: più tutele sui redditi medio-bassi
Nelle bozze emergono interventi pensati per alleggerire il carico fiscale in fascia medio-bassa. Da un lato, entra in scena una somma riconosciuta ai dipendenti con redditi fino a una determinata soglia, con trattamento che punta a non appesantire l’imponibile. Dall’altro lato, compaiono nuove detrazioni per chi si colloca su livelli di reddito intermedi: l’idea è ridurre l’effetto “scalone” e rendere più progressivo il beneficio, così da sostenere il potere d’acquisto in modo più continuo. Nella pratica, il nodo sarà verificare le condizioni di spettanza e il coordinamento con altri strumenti (detrazioni ordinarie, familiari a carico, eventuali bonus in busta paga), perché la differenza tra importo teorico e importo effettivamente riconosciuto spesso dipende dai dettagli.
Neoassunti e affitti: la detassazione che può fare la differenza
Un’altra novità che spicca riguarda le agevolazioni collegate alle nuove assunzioni a tempo indeterminato nel 2025, soprattutto quando l’ingresso al lavoro comporta costi abitativi e di sistemazione. La logica è semplice: se il datore di lavoro anticipa o rimborsa spese legate al canone di locazione e a interventi di manutenzione dell’immobile, una parte può ricevere un trattamento fiscale più leggero entro specifici limiti. È una misura che mira a rendere più sostenibile il trasferimento o l’avvio della vita lavorativa, soprattutto nelle aree dove l’affitto pesa di più. Operativamente, sarà importante conservare prove di pagamento e documentazione chiara, perché questi benefit, se gestiti in modo impreciso, rischiano di essere riqualificati e tassati.
IRES “premiale”: incentivo agli investimenti, ma con regole da rispettare
Per le imprese, l’attenzione si concentra sull’Ires premiale: l’ipotesi di riduzione dell’aliquota per il 2025 è uno dei punti più osservati, perché può incidere direttamente sulla pianificazione fiscale e sulle decisioni di investimento. La chiave, come sempre, è nei requisiti: l’agevolazione non è “automatica” e tende a premiare comportamenti ritenuti virtuosi, spesso collegati a crescita, reinvestimento e solidità. Anche qui le bozze aiutano a capire dove verranno collocati i dati e come verranno richieste le informazioni in dichiarazione, così da predisporre fin da subito un set di evidenze e verifiche interne.
IVA e sostituti d’imposta: cosa cambia nei quadri operativi
Le bozze aggiornano anche la parte più tecnica. Sul fronte IVA, l’impianto dei quadri viene adattato alle novità entrate in vigore dal 2025, con attenzione alle operazioni che hanno regole particolari, ai passaggi tra regimi e alle casistiche dove cambia chi versa l’imposta. Nel modello 770, invece, contano le note e i righi collegati a crediti e compensazioni: piccoli spostamenti di struttura possono cambiare i controlli automatici e, di conseguenza, il rischio di scarti o richieste di chiarimento. Chi gestisce paghe, ritenute e versamenti dovrebbe usare questa finestra per fare una “prova generale” dei flussi, soprattutto se lavora con più gestionali o con procedure importate da anni precedenti.
Come prepararsi adesso: checklist pratica per non arrivare lunghi
Il punto forte delle bozze è la possibilità di prepararsi con metodo. Conviene iniziare con un controllo anagrafico: residenza, familiari, dati del sostituto e coordinate di rimborso. Poi serve ricostruire le spese “sensibili” (casa, salute, scuola, interessi passivi, assicurazioni), perché sono quelle che più spesso generano differenze tra atteso e reale. Per le imprese, è utile un pre-riesame di crediti e versamenti, oltre alla riconciliazione tra contabilità e dichiarativo. Infine, vale una regola semplice: ogni novità va letta insieme alle sue condizioni, perché nel fisco non basta “esserci dentro”, bisogna esserci dentro nel modo corretto.











