Chi frequenta la spiaggia lo sa: basta aprire una confezione di patatine e i gabbiani sembrano comparire dal nulla. Non è solo fame: questi uccelli sono opportunisti, imparano in fretta e associano l’uomo al cibo facile, soprattutto nelle località turistiche dove vedono spesso snack, panini e avanzi. Il risultato è una strategia semplice e diretta: si avvicinano, ti studiano, aspettano un attimo di distrazione e tentano il furto.
La buona notizia è che non serve inseguirli, lanciare oggetti o fare gesti pericolosi. Un approccio vocale, se usato nel modo giusto, può ridurre gli “assalti” e limitare lo stress sia per te sia per l’animale.
Lo studio dell’Università di Exeter: cosa hanno testato davvero
I ricercatori hanno osservato gabbiani reali in contesti costieri della Cornovaglia, usando un’esca molto credibile: una scatola chiusa con patatine posizionata a terra. Quando l’animale si avvicinava, venivano riprodotti diversi suoni: una voce maschile calma, la stessa voce in versione aggressiva e un canto di uccello usato come controllo. L’idea era capire se cambia la reazione del gabbiano quando percepisce un segnale umano più minaccioso, senza contatto fisico e senza rischio di ferirlo.
I risultati hanno mostrato un effetto netto: davanti a una voce arrabbiata molti più individui sceglievano di allontanarsi rapidamente, mentre con la voce calma tendevano più spesso a restare nei paraggi o a spostarsi di poco. Per i dettagli del protocollo e dei numeri riportati dai ricercatori puoi leggere il resoconto ufficiale dell’ateneo.
Perché urlare funziona: non è solo questione di volume
È facile pensare che conti solo il rumore più forte. In realtà la chiave è l’urgenza emotiva che la voce comunica: ritmo, intonazione, “spigolosità” del suono. Un richiamo deciso può essere interpretato come un rischio immediato e spingere l’animale a scegliere la via più sicura, cioè volare via invece di restare a misurare la situazione.
Questo è utile anche per un altro motivo: se il gabbiano prende confidenza con l’idea che l’uomo reagisce sempre in modo incerto, aumentano i tentativi. Un segnale coerente, breve e intenso, al momento giusto, riduce la probabilità che la scena si ripeta a catena.
Gabbiani e timing: quando usare la voce senza creare caos in spiaggia
Il punto non è mettersi a gridare ogni due minuti. La voce serve quando l’animale entra nella distanza di attacco, cioè quando smette di girare largo e inizia a puntare verso il cibo o a fare passi decisi nella tua direzione. È in quel momento che un No secco e forte, accompagnato da postura ferma, ha più probabilità di interrompere la traiettoria.
Se il gabbiano è lontano e sta solo sorvolando, urlare rischia di disturbare chi ti sta accanto e di abituare l’animale al rumore costante, rendendo il segnale meno speciale. Una regola pratica: intervento breve, mirato, poi silenzio.
Come farlo in modo efficace in 5 mosse
- Proteggi il cibo prima: tieni la confezione chiusa finché non sei pronto a mangiare e non lasciare sacchetti aperti.
- Usa una parola corta: un comando monosillabico o quasi, tipo No o Via, arriva più chiaro.
- Direzione della voce: guarda l’animale e proietta il suono verso di lui, senza inseguirlo.
- Gesto grande, zero contatto: braccia aperte o movimento ampio delle mani aumenta l’effetto deterrente.
- Chiudi subito il “banco”: appena si allontana, richiudi il cibo e riduci gli odori in giro.
Prevenzione: la vera difesa contro i gabbiani che rubano
L’urlo è uno strumento di emergenza, la prevenzione è la strategia che ti fa vivere la spiaggia sereno. Evita di lasciare patatine, panini o frutta esposti sul telo. Se sei in gruppo, concorda una regola: mai offrire bocconi “per farli andare via”, perché è l’esatto contrario. L’animale impara che l’assalto paga e la prossima volta arriverà più vicino.
Funziona anche cambiare contesto: sedersi vicino a una barriera, a una parete, a una cabina o sotto una tettoia riduce gli angoli di attacco dall’alto. Se puoi, usa contenitori richiudibili e apri solo la porzione che stai mangiando.
Dissuasori visivi che non fanno male
In alcune spiagge e aree picnic si usano soluzioni semplici come nastri riflettenti o sagome che simulano un predatore. L’efficacia varia da luogo a luogo perché gli animali si abituano, quindi rende di più alternare metodi: controllo del cibo, postura, attenzione ai movimenti, segnale vocale breve quando serve.
Educazione e rispetto: cosa evitare sempre
Mai colpire un gabbiano, mai lanciare pietre, mai usare trappole o sostanze. Oltre a essere rischioso, può ferire l’animale e creare reazioni imprevedibili. Se in una zona ci sono cartelli o regole locali, seguile: spesso indicano proprio le abitudini più critiche, come non mangiare vicino ai cestini o non lasciare avanzi scoperti.











