Cacao, il super ingrediente

Cacao: davvero una tazza al giorno può migliorare la salute?

Cacao, tazza calda e scienza: cosa c’è davvero dentro quel sorso

L’idea che una tazza fumante di cacao possa essere un “super farmaco” affascina da anni, ma solo di recente la ricerca ha iniziato a chiarire quanto questa bevanda possa davvero influire sulla nostra salute. Il cacao non è solo comfort food: nella sua versione meno lavorata è una delle principali fonti alimentari di flavan-3-oli, una particolare famiglia di polifenoli che interagisce con il sistema cardiovascolare e con il metabolismo in modi sempre più documentati. Non si tratta di un elisir miracoloso, ma di un alimento complesso che, se consumato nel contesto di una dieta equilibrata, può contribuire a proteggere cuore e cervello.

Studi clinici e revisioni sistematiche indicano che i flavanoli del cacao possono migliorare la funzione endoteliale (cioè la capacità dei vasi sanguigni di dilatarsi), ridurre in modo modesto la pressione arteriosa e agire su alcuni biomarcatori cardiometabolici come la sensibilità all’insulina e i livelli di colesterolo. Negli ultimi anni, grandi trial su migliaia di persone hanno iniziato a indagare anche il potenziale impatto sulla prevenzione cardiovascolare e sull’infiammazione cronica di basso grado, con risultati interessanti ma ancora in fase di consolidamento.

Cacao e cuore: cosa dicono gli studi sui flavanoli

Il fronte più robusto di evidenze riguarda il sistema cardiovascolare. I flavanoli del cacao, in particolare l’epicatechina, sembrano aumentare la disponibilità di ossido nitrico nell’endotelio, favorendo la vasodilatazione e migliorando la flessibilità delle arterie. Questo si traduce, in alcuni studi, in una riduzione di pochi millimetri di mercurio della pressione arteriosa, paragonabile a quella ottenuta con cambiamenti dietetici mirati in altre aree (come la riduzione del sale).

L’Unione Europea ha autorizzato un claim salutistico specifico: il consumo quotidiano di 200 mg di flavanoli da cacao può contribuire al mantenimento dell’elasticità dei vasi sanguigni e di un normale flusso ematico. Non significa che qualsiasi cioccolata calda abbia questo effetto, perché la quantità di flavanoli varia moltissimo a seconda del tipo di cacao e dei processi industriali (tostatura, alcalinizzazione, aggiunta di zucchero e grassi). Per avvicinarsi ai livelli utilizzati negli studi, servono prodotti ad alto contenuto di cacao e poco lavorati, non barrette ultra-zuccherate.

Un filone di ricerca recente, legato al grande studio COSMOS, suggerisce che un estratto standardizzato di cacao possa aiutare a contenere l’“inflammaging”, cioè l’infiammazione cronica che aumenta con l’età, con una possibile riduzione del rischio di eventi cardiovascolari gravi in soggetti anziani. I ricercatori sottolineano che questi risultati non vanno tradotti come invito a consumare grandi quantità di cioccolato, ma come indicazione del ruolo specifico dei flavanoli all’interno di uno stile di vita complessivamente sano.

Cacao e cervello: tra circolazione, attenzione e memoria

Negli ultimi anni la ricerca si è concentrata anche sugli effetti del cacao sul cervello. Alcuni studi clinici di piccole dimensioni hanno osservato che bevande ricche in flavanoli possono aumentare il flusso sanguigno cerebrale e migliorare, nel breve periodo, alcune funzioni cognitive come l’attenzione, la velocità di elaborazione e le prestazioni in test di memoria, soprattutto in persone anziane o con livelli inizialmente bassi di flavanoli nella dieta.

Allo stesso tempo, revisioni più ampie mostrano un quadro meno uniforme: non tutti i trial confermano benefici evidenti sulla funzione cognitiva, e gli effetti, quando presenti, sono in genere modesti. Un’analisi aggiornata dell’Alzheimer’s Drug Discovery Foundation conclude che i flavanoli del cacao hanno un profilo di sicurezza favorevole e un potenziale neuroprotettivo indiretto, soprattutto attraverso il miglioramento della salute vascolare, ma i dati non bastano per considerarli una strategia primaria di prevenzione delle demenze.

Quanto cacao scegliere e quale tipo privilegiare

Una delle difficoltà principali per chi legge queste notizie è capire come tradurre i risultati degli studi nella vita quotidiana. I trial clinici lavorano spesso con bevande o estratti standardizzati, con una dose ben definita di flavanoli, per esempio 500–750 mg al giorno, quantità che non corrispondono automaticamente a una tazza casuale di cioccolata calda.

In generale, più un prodotto è ricco di cacao e meno è processato, maggiore è la probabilità che contenga flavanoli in quantità significative. Il cioccolato fondente con percentuali di cacao elevate tende a conservarne di più rispetto al cioccolato al latte o bianco. Il cacao “naturale” in polvere (non alcalinizzato) è in genere più ricco di composti bioattivi rispetto a quello sottoposto a trattamenti che ne scuriscono il colore e ne ammorbidiscono il gusto. Per una tazza casalinga, combinare un cucchiaio di cacao amaro con latte o bevande vegetali non zuccherate permette di controllare zuccheri e calorie, mantenendo una buona base di polifenoli.

Cacao e super poteri: cosa è mito e cosa è prudenza

La narrativa del “super alimento” rischia spesso di semplificare eccessivamente il messaggio scientifico. Il cacao può contribuire alla salute, ma non sostituisce farmaci, non annulla gli effetti di una dieta ricca di grassi saturi o di una vita sedentaria e non è una scorciatoia per prevenire infarto o declino cognitivo. Le metanalisi ricordano che i benefici su pressione e marcatori cardiometabolici sono reali ma di entità contenuta, paragonabili a quelli di altri cambi nutrizionali mirati.

Esistono anche aspetti meno discussi: alcuni prodotti a base di cacao possono contenere tracce di metalli pesanti come cadmio e piombo, legati al suolo in cui crescono le piante. Per questo diversi enti regolatori hanno fissato limiti specifici e alcune associazioni di consumatori monitorano regolarmente i livelli di contaminanti in cioccolato e polveri di cacao. Inoltre, le calorie e gli zuccheri aggiunti nelle bevande industriali o nelle barrette possono annullare una parte dei potenziali benefici dei flavanoli, soprattutto in chi deve controllare peso e glicemia.

Per chi ama il sapore intenso del cacao, la strada più sensata è integrarlo in un’alimentazione equilibrata, scegliendo prodotti poco zuccherati, variando le fonti di polifenoli (frutta, tè, uva, frutti di bosco) e tenendo presente che il vero “farmaco” per il cuore resta l’insieme di scelte quotidiane: movimento regolare, stop al fumo, pressione e colesterolo sotto controllo, sonno di qualità. In questo contesto, una tazza di cacao preparata con consapevolezza può essere un alleato piacevole, più che un rimedio miracoloso.

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