Quando si parla di antico Egitto, il nome che emerge con più forza è quello del faraone Ramses II. Guerriero, costruttore, abile comunicatore politico, la sua figura domina ancora oggi l’immaginario collettivo. La nuova biografia di Toby Wilkinson, egittologo di fama internazionale, offre l’occasione per ripercorrere la sua vita con uno sguardo aggiornato, che intreccia fonti storiche, dati archeologici e analisi del mito ramesside nella cultura contemporanea.
Ramses II regnò per circa 66 anni nel XIII secolo a.C., guidando l’Egitto in una delle sue fasi di massima espansione. La sua longevità politica, unita a una sapiente gestione dell’immagine, fece di lui il modello del “re dei re”: un sovrano capace di difendere i confini, stringere alleanze con i grandi imperi vicini e disseminare il proprio nome su templi, statue e stele in ogni angolo del Paese.
Ramses II, il faraone stratega tra guerra e diplomazia
Uno dei capitoli centrali del volume è dedicato alla celebre battaglia di Qadesh, in cui il faraone si confrontò con l’impero ittita per il controllo della Siria. Wilkinson descrive il modo in cui Ramses trasformò un esito militare incerto in un capolavoro di propaganda, facendo scolpire sulle pareti dei templi racconti epici che lo ritraevano come vincitore assoluto. In realtà, lo scontro si concluse con una sostanziale parità di forze.
Proprio da questo equilibrio nacque, qualche anno dopo, il famoso trattato di pace tra Egitto e Ittiti, spesso considerato il primo accordo diplomatico internazionale di cui si conservi il testo. Iscrizioni geroglifiche e tavolette in cuneiforme ne tramandano i dettagli: non solo fine delle ostilità, ma anche alleanza militare, estradizione dei fuggiaschi e patti dinastici. Un esempio di realpolitik ante litteram, che Wilkinson inserisce nel più ampio quadro delle relazioni tra grandi potenze del Vicino Oriente.
Il faraone costruttore: templi, statue e la città di Pi-Ramesse
Il regno di Ramses II fu contrassegnato da una frenetica attività edilizia. L’autore guida il lettore attraverso i cantieri del tempo, dal complesso di Abu Simbel al Ramesseum di Tebe Ovest, fino ai templi di Karnak e Luxor, dove il sovrano fece aggiungere colossi, obelischi e cortili monumentali. Ogni struttura aveva una funzione religiosa e politica insieme: celebrare gli dei, certo, ma anche inscrivere il nome del sovrano nella pietra per l’eternità.
Particolare attenzione è riservata alla fondazione di Pi-Ramesse, la nuova capitale nel Delta. Costruita vicino alle zone militari e alle rotte commerciali verso il Levante, la città era pensata come centro pulsante dell’impero. Wilkinson ricostruisce, sulla base delle evidenze archeologiche, un paesaggio urbano fatto di palazzi, magazzini, quartieri artigianali e templi, dove l’ideologia del potere ramesside si traduceva in architettura e spazi pubblici.
Famiglia, corte e propaganda del potere
La biografia dedica ampio spazio alla sfera privata e di corte. Ramses II ebbe numerose mogli e concubine, oltre a decine di figli e figlie. Tra tutte spicca la figura di Nefertari, grande sposa reale, a cui il sovrano dedicò un tempio rupestre ad Abu Simbel e una tomba tra le più raffinate della Valle delle Regine. Attraverso matrimoni politici e una rete di parentela estesa, il re consolidò alleanze interne ed esterne.
Le pareti dei templi e le statue colossali non erano solo omaggi agli dei, ma veri e propri strumenti di comunicazione. Wilkinson mostra come testi e immagini costruissero un racconto orchestrato: il re sempre vittorioso, il popolo protetto, gli dei che confermano la sua legittimità. La ripetizione instancabile del nome di Ramses, scolpito ovunque, è interpretata come una forma di “branding” ante litteram del potere regale.
Ricerca storica e archeologia: come nasce il ritratto di Ramses II
Uno dei punti di forza del libro è il metodo. Wilkinson combina papiri, iscrizioni, rilievi, resti architettonici e testimonianze di epoche successive per ricomporre il mosaico del regno ramesside. Il lettore viene accompagnato dietro le quinte della ricerca, con spiegazioni su come gli egittologi datano i monumenti, interpretano le fonti e colmano le lacune usando confronti e analisi interdisciplinari.
Per chi desidera approfondire il contesto storico e archeologico, l’editore mette a disposizione ulteriori materiali e schede di lettura sul sito ufficiale, dove è possibile trovare anche la presentazione del volume di Wilkinson e altre opere dedicate all’antico Egitto direttamente sul portale di Carocci Editore.
Eredità del faraone Ramses II tra riscoperta moderna e cultura pop
L’ultima parte dell’opera esplora la lunga “seconda vita” di Ramses II dopo la fine dell’Egitto faraonico. Dalla riscoperta dei suoi monumenti da parte di esploratori e viaggiatori europei all’Ottocento, fino alle moderne campagne di salvataggio dei templi di Abu Simbel, la biografia mostra come ogni epoca abbia proiettato sul sovrano le proprie domande e i propri sogni.
Il libro si sofferma anche sulla fortuna del re nella cultura popolare: il sonetto Ozymandias di Percy Bysshe Shelley, le grandi esposizioni museali, i documentari televisivi, i film che lo trasformano in protagonista di epopee spettacolari. Ramses II continua a essere simbolo di grandezza e caducità insieme, di gloria terrena e della sua inevitabile trasformazione in memoria. In questo intreccio di storia, mito e riscoperta sta il cuore del racconto proposto da Wilkinson, che restituisce al lettore un ritratto vivido e sfaccettato di uno dei più celebri sovrani dell’antico Egitto.








