Lovot il robot capace di emozionare

Lovot l'ultimo dei robot da compagnia capace di «rendere felici tutte le persone» con cui interagisce come fosse un cucciolo o un bimbo.

Lovot è il nome dell’ultimo robot da “compagnia” proveniente dal Giappone e in grado di regalare emozioni e sentimenti a tutti coloro che entrano in contatto con lui. Un’ottima idea regalo per chi non avesse ancora esaudito i desideri dei propri cari per Natale, acquistabile al prezzo di 349mila yen, circa 2,700 euro. In realtà quest’ultimo ritrovato della tecnologia giapponese dovrebbe essere disponibile sul mercato a partire dal 2020, ma già da ora è possibile prenotarlo.

L’ideatore e il costruttore

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Lovot, il cui nome nasce dall’unione di “Love” e “Robot”, è stato messo a punto e presentato qualche giorno fa a Tokio da Kaname Hayashi, Ceo della startup Groove X, lo stesso che qualche anno fa da dipendente della società SoftBank aveva capitanato lo sviluppo del famoso robot Pepper.

Un robot capace di ricevere e dare amore

Lovot è l’ultima tappa di quel percorso tecnologico-evolutivo che ha avuto inizio con il tamagotchi, il gioco elettronico che negli anni Novanta ha spopolato in tutto il mondo, quasi una sua versione tridimensionale e intelligente in quanto seppur distanti nel tempo, queste due tecnologie sembrano essere accumunate da uno stesso obiettivo: indurre l’uomo a prendersi cura di un essere alieno, quasi fosse un figlio. I suoi costruttori infatti, non hanno voluto realizzare un robot dall’aspetto umanoide capace di cucinare, riordinare, tenere pulita la casa, fare il bucato o svolgere altri noiosi compiti quotidiani dei quali tutti vorrebbero liberarsi quanto prima, ma quello di creare un robot capace di dare e ricevere affetto, facendo in modo che tutti si possano sentire meglio soltanto abbracciandolo o interagendoci anche solo con uno sguardo. Gli stessi costruttori descrivendo il rapporto che potrebbe crearsi tra l’uomo e Lovot, hanno affermato che “è un po’ come provare amore per un’altra persona”, giungendo a parlare anche di intimità e usando per descrivere questo rapporto un termine che in giapponese si riferisce al rapporto madre-figlio. Lovot infatti come si legge sul sito del costruttore, è stato pensato come un robot per «rendere felici tutte le persone» con cui interagisce, come fosse un cucciolo o un bimbo, progettato per «migliorare il livello di comfort e i sentimenti d’amore e quando lo tocchi, lo abbracci o semplicemente lo guardi, ti senti meglio. È un po’ come provare amore verso un’altra persona».

Il funzionamento e le caratteristiche tecniche

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Questa capacità di relazionarsi con gli esseri umani donando e ricevendo affetto, è possibile grazie all’intelligenza artificiale di cui è dotato e ai suoi cinquanta sensori che gli permettono di identificare oggetti, persone e animali, simulando contemporaneamente quelle che sono le emozioni umane. Il piccolo robot è alto circa mezzo metro, ha un peso di circa 3 kg e si aggira per casa spostandosi su due piccole ruote, individuando le persone presenti attraverso una videocamera termica. Altrettanto curato è l’aspetto esterno: simile a quello di un Furby è dotato di un paio di occhioni “davvero teneri”, con un rivestimento in un tessuto morbido (rimovibile e lavabile) e un paio di “pinne” laterali con cui comunica sorpresa, affetto e come un bambino è in grado di alzare le mani-pinne per comunicare la voglia di essere preso in braccio. Inoltre, può essere vestito grazie a una serie di accessori, ma purtroppo non è in grado di aiutarvi a pulire i pavimenti o a fare altre faccende domestiche e anzi in queste occasioni potrebbe risultare d’intralcio.

Il percorso evolutivo dei robot da “compagnia”

Lovot quindi è un ulteriore tappa di quel percorso evolutivo dei robot da “compagnia” e che ha visto quale celebre predecessore il Robot Pepper, robot che ha conquistato migliaia di famiglie giapponesi, famiglie che hanno fatto a gara a partire da giugno 2015 per averne un esemplare nelle loro case. Pepper infatti, è stato il primo esemplare di family robot capace di conversare, comprendere le emozioni e agire di conseguenza, riconoscere volti e voci. Più simili a Lovot nel recente passato, sono stati altri robot da compagnia come Jibo robot e Buddy robot, robot non dall’aspetto umanoide, simili a quelli dei cartoni animati ma che hanno avuto ugualmente un grande successo. Anche l’Italia sta partecipando a questa gara tecnologica con l’Istituto di Tecnologia di Genova, dove è stato realizzato un personal robot derivato da un iCub robot, un umanoide dalle sembianze di un bambino. Questo nuovo social robot il cui attuale nome è R1, quando arriverà sul mercato non dovrebbe superare il costo di uno scooter di media cilindrata.

I costi

Prezzi che variano molto da robot a robot ma già oggi accessibili ai più. Si parte da cifre inferiori ai mille euro per Jibo e Buddy, per crescere nel momento in cui si comincia a parlare di robot dall’aspetto umanoide. Tra questi ad esempio vi è Alpha 2 un robot umanoide che vuole conquistare le famiglie, il cui prezzo è di circa 1100 euro, vicini ai 1400 euro necessari in Giappone per acquistare Pepper robot, mentre per Nao sono necessari più di 7 mila euro.

L’attuale obiettivo della robotica

Lovot quindi, sembra pienamente rispondere a quello che è l’obiettivo attuale della robotica, cioè quello di portare nelle nostre case macchine sempre più “intelligenti” ed evolute, macchine capaci di interagire con gli esseri umani, portando così avanti la duplice sfida del progettare androidi dotati di una intelligenza artificiale adeguata a quelle che sono le necessità quotidiane degli esseri umani, contenendone al tempo stesso i costi, così da realizzare prodotti per il mercato di consumo.