Satelliti Google: l’azienda di Mountain View guarda alle stelle

Google-Skybox

Un paio di giorni fa, l’11 giugno, Google procedeva all’acquisto della start-up Skybox Imaging per l’esorbitante cifra di 500 milioni di dollari. Questa piccola ma fruttuosa società della Silicon Valley produce mini satelliti, capaci di scattare foto e video in alta qualità al nostro pianeta. La motivazione ufficiale di Google sarebbe il miglioramento dei servizi Maps e Earth, fornendo un aggiornamento più costante grazie a questo economico esercito di apparecchi.

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In realtà il colosso di Internet tesse la trama per un progetto molto più ampio. Oggi Bloomberg ha fatto trapelare un’indiscrezione sull’interessamento di Google ad una quota dell’azienda Virgin Galactic, che si occupa di turismo spaziale. Il gruppo Virgin Galactic, fondato da Richard Branson, vive un momento di crisi di investimenti per i suoi progetti e l’avvicinamento di Google potrebbe rilanciare la sua popolarità sui mercati. In cambio la grande G chiederebbe la fornitura di tecnologia per il lancio satellitare.

L’obiettivo è quello di estendere l’accesso internet a miliardi di persone in più, soprattutto nelle aree più svantaggiate nel pianeta. Attraverso la banda larga trasmessa dai satelliti. E’ la prima volta che Google cerca il controllo tramite lo spazio. Nel giugno dell’anno scorso aveva conquistato i cieli lanciando il “Project Loon”: dei palloni aerostatici a 20 chilometri d’altezza che solcavano i cieli per portare segnale.

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Titan-Aerospace-620x348Poi, due mesi fa, ad aprile, l’azienda fondata da Larry Page ha assorbito la Titan Aerospace. I suoi droni ecologici possono volare ininterrottamente per 5 anni grazie all’energia solare. Un passo in avanti rispetto ai lenti palloni aerostatici. Il problema è che le creazione della Titan sono ancora in fase di sperimentazione. Un altro big di Internet, Facebook, aveva messo gli occhi sugli stessi droni, ma è stato battuto sul tempo.

Sarebbero circa 180 i satelliti che Google vorrebbe mettere in campo con un investimento variabile tra l’1 e i 3 miliardi di dollari. Ciò garantirebbe un potere immenso sulla connessione internet da parte di Google. Grazie alle sue risorse e alla sua popolarità potrebbe facilmente sostituirsi ai gestori di rete esistenti. Alcuni lo chiamano futuro, ma i rischi di un accentramento monopolistico oltre che dello sfruttamento dell’enorme mole di dati nelle mani di Google fanno storcere il naso a chi da anni si batte per il diritto alla privacy e alla concorrenza. Possiamo veramente fidarci degli ambiziosi progetti dell’azienda di Mountain View?