Cina: a Yulin anche quest’anno il festival dei cani per il solstizio d’estate

cane

Malgrado le voci di protesta, che, già da tempo, si sollevano da ogni parte del mondo, anche quest’anno torna in Cina il festival della carne di cane, organizzato in occasione del solstizio d’estate.

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Si tratta di un appuntamento, ormai, consolidato, nel corso del quale migliaia di cani vengono uccisi a bastonate, dopo essere stati rinchiusi per giorni, se non per settimane, in gabbie anguste. I loro corpi sono, poi, scuoiati, bolliti in enormi pentoloni e appesi a ganci lungo le strade e, infine, cucinati e serviti insieme al litchi. A volte, invece, i cani vengono scuoiati vivi o gettati nell’acqua bollente, solo storditi.

 

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Una tradizione ben radicata, basata sull’idea che mangiare carne di cane e bere liquore, in occasione del solstizio, doni poi buona salute per tutto l’inverno. tenga lontani gli spiriti avversi e incrementi la potenza sessuale e che, dunque, si ripete ad ogni inizio estate in occasione del festival di Yulin, nella regione autonoma del Guangxi, evento del quale gli abitanti della città sono molto gelosi.

gabbie

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Quest’anno, da quanto riferiscono i media locali, a Yulin la popolazione ha tentato di far di tutto pur di evitare di finire sotto i riflettori. L’apprensione non è, tuttavia, per la sorte dei nostri amici a quattro zampe, ma, al contrario, per la possibilità di essere invasi – come sempre accade – da centinaia di attivisti di associazioni animaliste, che vengono qui da ogni parte del mondo per tentare di bloccare quest’eccidio dei cani.

Infatti, sono numerose le proteste che si sollevano in occasione di tale cerimonia: petizioni on line, raccolta di firme, condivisione di immagini e video sui principali social network, presidi davanti ai macelli o nei mercati, in cui vengono venduti i cani, ma, per ora, nulla è riuscito a fermare la strage di Yulin.

Non ci sono riuscite neppure le sollecitazioni delle autorità mediche, che hanno ben messo in evidenza i pericoli legati al consumo di questa carne, che proviene da animali ovviamente non controllati, spesso storditi mediante farmaci o veleni, che passano così nel corpo di chi se ne nutre. Al momento, però, ogni appello al buon senso sembra non riesca a sortire effetto; anche perché tenere i cani in quarantena prima di consumarne le carni, richiederebbe un costo per il proprietario pari a circa quaranta dollari per ogni animale e nessuno degli abitanti di Yulin si è dichiarato disponibile a farlo lo scorso anno, né, tanto meno, ora.

Nel 2011 gli animalisti hanno ottenuto una prima vittoria, mediante la messa a bando definitiva di un’altra manifestazione a base di carne di cane, che si teneva sempre in Cina, ma questa volta a Zhejiang, anche se si trattava, ugualmente, di un ritrovo tradizionale che andava avanti ormai da quasi cento anni.

Dunque, l’idea di scrivere la parola fine ad un’usanza tanto cruenta non è poi così irrealizzabile. In Cina ogni anno vengono uccisi dieci milioni di cani, esclusivamente per fini alimentari. I dati vengono forniti dal China Daily, che  evidenzia anche il fatto che molto spesso questi animali vengono rubati dalle abitazioni, per cui sono a tutti gli effetti dei pet, che qualcuno trasforma arbitrariamente in carne da macello!

Le proteste iniziano, da qualche tempo, a sollevarsi anche dagli stessi abitanti del Paese, che cominciano a prendere sempre più l’abitudine ad ospitare nelle loro abitazioni animali, per noi ormai domestici a tutti gli effetti, ma che, per la cultura orientale, sono spesso ancora considerati come semplici fornitori di carne.

Questa è solo una delle tante battaglie che si continuano a combattere in tutto il mondo in difesa dei diritti dei cani, dei gatti, degli orsi, delle balene, delle foche, dei topo da laboratorio e dei macachi negli stabulari universitari…della vita nei suoi diversi aspetti e nelle sue variegate manifestazioni. Ogni giorno qualche vita dei nostri piccoli amici si salva e qualche altra viene meno. Così il festival della carne di cane di Yulin è una delle numerose stragi di animali da fermare e gli attivisti di tutto il pianeta anche in questo preciso momento stanno tentando di dare il proprio contributo.