Morto Viktor Smagin: primo tra i liquidatori di Chernobyl a tentare di mettere in sicurezza la centrale

Raccontando la morte di Viktor Smagin ricordiamo il disastro di Chernobyl e aspetti della messa in sicurezza che pochi conoscono o ricordano

Viktor Smagin, ingegnere a riposo di Chernobyl, si è suicidato dopo decenni di cure per le radiazioni. Era uno dei liquidatori che affrontarono l’incidente nucleare.

Fu supervisore del reattore n. 4 e tra i primi ad arrivare sulla scena. In seguito all’esplosione, i liquidatori si sono dedicati alla decontaminazione e alla costruzione del sarcofago in cemento.

Anni dopo, Smagin aveva scoperto un nuovo tumore dopo sette interventi chirurgici. In una toccante lettera d’addio, ha espresso amore e dolore per la sua famiglia. Smagin è stato tra i liquidatori di Chernobyl che hanno affrontato gravi rischi per la salute, molti dei quali hanno sofferto di effetti a lungo termine.

Il disastro di Chernobyl e le radiazioni

Il disastro di Chernobyl rappresenta tutt’oggi uno dei momenti più drammatici nella storia dell’energia nucleare. L’esplosione del reattore n. 4 avvenuta il 26 aprile 1986 ha innescato una catastrofe nucleare senza precedenti.

Le radiazioni liberate nell’ambiente hanno avuto un impatto devastante sulla salute umana e sull’ambiente. Molte persone coinvolte nel soccorso e nella decontaminazione, come i liquidatori, hanno subito gravi esposizioni alle radiazioni.

Le conseguenze a lungo termine includono malattie, mutazioni genetiche e un aumento dei casi di cancro. Anche decenni dopo l’incidente, le zone circostanti sono ancora gravemente contaminate, dimostrando la persistenza degli effetti delle radiazioni nucleari.

il mestiere dei liquidatori: aspetti che si raccontano poco

I liquidatori, distinti dai soccorritori, sono i lavoratori che si sono dedicati al recupero dell’area colpita dal disastro di Chernobyl negli anni 1986-1990.

Hanno svolto compiti di decontaminazione, costruzione del sarcofago per il reattore, e altre attività correlate. Circa 600,000 persone hanno ricevuto il riconoscimento ufficiale di “liquidatori,” ma stime divergenti suggeriscono numeri variabili. Questi individui hanno affrontato alti rischi di esposizione alle radiazioni durante il loro servizio.

Nonostante i dati ufficiali affermino che non ci sia stata mortalità in eccesso da tumori o leucemie tra i liquidatori, alcune stime indicano, invece, un possibile aumento dei decessi dovuti a queste cause.

Questi lavoratori spesso hanno sofferto di gravi malattie oncologiche e problemi di salute legati alle radiazioni, con un impatto devastante sul loro benessere fisico. Tutt’oggi, le conseguenze a lungo termine del disastro di Chernobyl continuano a colpire molti di loro, e spesso rimangono in condizioni di estrema povertà.

Iole Di Cristofalo
Iole Di Cristofalo
Articolista e web copywriter

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