Pedro Almódovar è un regista spagnolo famoso in tutto il mondo. Le sue pellicole intense e ricche hanno raggiunto un grande successo di pubblico.
In principio l’autore si è dedicato al teatro, al fumetto e alla scrittura di racconti. Dopo vari cortometraggi, nel 1980 parte la sua carriera cinematografica con Pepi, Luci, Bom e le altre ragazze del mucchio.
Sin dall’inizio si occupa di film basati su tematiche considerate scabrose, come la trasgressione, la libertà sessuale e l’amore in generale. Omosessuale dichiarato, il regista affronta al meglio questo argomento, colorandolo di sarcasmo e comicità.
Pedro Almódovar eleva la sua Spagna e si prende la libertà artistica che merita. Non dimentica mai di toccare vari strati sociali e da vita a personaggi indimenticabili. I suoi prodotti sono carichi d’ingegno e le trame coinvolgono dall’inizio alla fine. Questo accade anche per il modo di dirigere gli attori, formando gruppi affiatati e spesso avvalendosi dei suoi pupilli per diverse opere. A lui va dato atto di aver lanciato nomi di fama mondiale come Penélope Cruz, Antonio Banderas o Cecilia Roth.
Alcune delle pellicole più amate sono: Carne tremula (1997), lungometraggio ricco di umorismo nero, coinvolgente e tragicomico. Tutto su mia madre (1999), sua opera migliore, pluripremiata. Storia appassionata di una madre che perde il figlio e si ritrova catapultata nel passato alla ricerca del padre del ragazzo. Qui c’è il confluire di emozioni forti, il dolore mostrato non è invadente, ma puro e raffinato. Abbiamo, in questo film, uno dei monologhi più citati della storia del cinema recente. La pelle che abito (2011), toccante dramma su di uno scienziato dai metodi particolari. La pelle non è vista che come un involucro, un recipiente.
Almódovar ha regalato e spero continui a regalare, opere dense di folklore, sentimenti e seduzione. Spesso considerato erede del maestro Luis Buñuel, il regista ha sicuramente una visione del mondo originale, piccante e preziosa.