L’ex autista del boss Michele Senese fa parlare di sé e di ciò che è stato definito “il film degli orrori“. Come se non bastassero i gravissimi indizi di colpevolezza raccolti contro di lui, ad incastrarlo definitivamente come il killer delle tre prostitute ammazzate a Prati la scorsa settimana, le immagini del suo stesso cellulare.
Secondo le prove raccolte dagli inquirenti, la ricostruzione dei fatti sarebbe: D. P. si lascia andare a droga e alcol con la cubana Jessica nella notte di mercoledì, al “Jackie O“, locale noto alle cronache giudiziarie. Poi si reca in Via Riboty, 28, dove fa sesso con le cinesi e le uccide. Poi è il turno di Martha, la transessuale colombiana che si fida di lui.
Il cellulare di G. D. P. non lascia adito a dubbi: in esso sono contenute le immagini dei suoi rapporti sessuali e le urla delle vittime in fin di vita. Quando gli inquirenti fanno sentire i contenuti del video all’indagato, egli si copre le orecchie.
L’ordinanza di convalida del fermo del 51enne descrive la personalità dell’uomo come “violenta, aggressiva e priva di freni inibitori“. Avrebbe ucciso le vittime per dei rapporti che costavano €50,00 e avrebbe elargito €600,00 alla sua amica cubana Jessica per coprirlo.
Secondo la sorella, che lo ha denunciato, l’uomo perderebbe la lume della ragione quando assume sostanze stupefacenti.
Ora, al vaglio degli inquirenti c’è un’altra morte violenta, risalente al 2012. Un “cold case“. Una prostituta nigeriana è stata uccisa e ritrovata ai margini di Via Aurelia. Le modalità con cui è stata ammazzata sono molto simili a quelle utilizzate dall’assassino delle tre prostitute in zona Prati.











