Voglio comprare una casa a 1 euro, come funziona. È tutto vero?

Case a 1 euro in Italia 2025: come funzionano davvero, costi, bandi e comuni ammessi

Negli ultimi anni l’iniziativa delle “case a 1 euro” è diventata uno dei progetti urbanistici più discussi d’Italia. Non si tratta di un mito, ma di un programma reale di rigenerazione urbana adottato da decine di comuni italiani per combattere lo spopolamento e recuperare abitazioni abbandonate. Tuttavia, il prezzo simbolico di un euro non significa che l’acquisto sia a costo zero: dietro questa formula esistono vincoli, obblighi di ristrutturazione e costi complessivi anche elevati.

Nel 2025 i bandi “Case a 1 euro” sono ancora attivi in numerose regioni, con nuove versioni aggiornate ai requisiti urbanistici e di sicurezza. Ecco un quadro completo e aggiornato su come funzionano, chi può accedere e quali comuni partecipano all’iniziativa.

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Origine e obiettivi del progetto

Il progetto nasce in Sicilia oltre dieci anni fa. Il primo caso documentato è quello del comune di Gangi (Palermo), che nel 2014 avviò la vendita simbolica di immobili disabitati per rilanciare il centro storico. Il modello si è poi diffuso rapidamente in altre regioni, diventando un esempio di riqualificazione a costo agevolato replicato in oltre 70 comuni italiani.

L’obiettivo è duplice: ripopolare i borghi che rischiano l’abbandono e recuperare il patrimonio edilizio pubblico e privato in disuso. I comuni fanno da intermediari tra i vecchi proprietari e i nuovi acquirenti, che si impegnano a restaurare gli edifici entro tempi stabiliti e nel rispetto dei vincoli paesaggistici.

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Photocredit quotidianpost.it

Come funziona una “casa a 1 euro”

Il meccanismo è disciplinato da bandi comunali specifici. L’iter standard comprende:

  1. Bando pubblico: il Comune pubblica sul proprio sito un avviso con l’elenco delle abitazioni disponibili, le condizioni di vendita e la modulistica per presentare domanda.
  2. Manifestazione di interesse: l’acquirente presenta domanda di partecipazione, allegando documento d’identità e un piano preliminare di ristrutturazione.
  3. Versamento della cauzione: è richiesta una cauzione a garanzia (in media tra 2.000 e 5.000 euro), che verrà restituita al termine dei lavori se l’intervento viene completato nei tempi previsti.
  4. Atto notarile: l’immobile viene ceduto al prezzo simbolico di 1 euro, ma l’acquirente sostiene tutte le spese notarili, catastali e di registrazione.
  5. Progetto di ristrutturazione: entro 12 mesi deve essere presentato al Comune un progetto approvato da un tecnico abilitato (architetto, ingegnere o geometra).
  6. Completamento lavori: i lavori devono concludersi generalmente entro 3 anni dalla firma dell’atto. Se non vengono rispettate le scadenze, la cauzione può essere trattenuta e l’immobile revocato.

Quanto costa davvero una casa a 1 euro

Il prezzo simbolico è solo una parte del costo complessivo. Gli immobili oggetto dei bandi sono spesso ruderi, privi di impianti o strutturalmente compromessi. Di conseguenza, la ristrutturazione rappresenta la voce più onerosa dell’investimento.

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Voce di spesaCosto medio stimato
Cauzione di garanzia3.000 – 5.000 €
Spese notarili e catastali2.000 – 4.000 €
Progetto e permessi edilizi2.000 – 5.000 €
Lavori di ristrutturazione25.000 – 80.000 €
Oneri comunali e imposte1.000 – 3.000 €

In media, il costo finale di una “casa a 1 euro” oscilla quindi tra 30.000 e 90.000 euro. In cambio, si ottiene la proprietà di un immobile spesso situato in aree storiche o paesaggistiche di pregio, con valore potenziale in crescita grazie alla riqualificazione del borgo.

Dove sono attivi i bandi nel 2025

Al 2025, le “case a 1 euro” risultano attive in diversi territori italiani. La Sicilia resta la regione più dinamica, ma nuovi comuni in Sardegna, Toscana, Campania e Piemonte hanno aderito con bandi aggiornati. Tra i più recenti figurano:

  • Sambuca di Sicilia (AG) – tra i primi comuni italiani a esportare il modello all’estero; qui nel 2025 sono previsti nuovi bandi per immobili comunali in centro storico.
  • Ollolai (NU) – la Sardegna continua a investire nel recupero dei borghi interni, con progetti di residenza artistica e turismo lento.
  • Carrega Ligure (AL) – in Piemonte il programma prevede incentivi aggiuntivi per chi trasferisce la residenza.
  • Zungoli (AV) – in Campania proseguono gli interventi di recupero del patrimonio edilizio medioevale.
  • Fabbriche di Vergemoli (LU) – in Toscana vengono offerti immobili in aree montane con vincolo di ristrutturazione sostenibile.

Ogni bando è autonomo e definisce i propri requisiti. È quindi fondamentale consultare direttamente i siti ufficiali dei comuni interessati o il portale informativo nazionale casea1euro.it.

Chi può partecipare e con quali requisiti

L’iniziativa è aperta a cittadini italiani e stranieri, persone fisiche o giuridiche. Alcuni comuni consentono la partecipazione di società o associazioni con finalità turistiche e culturali. Tuttavia, la maggior parte dei bandi prevede alcuni requisiti minimi:

  • capacità economica adeguata a sostenere i lavori di recupero;
  • assenza di debiti o pendenze verso l’amministrazione comunale;
  • impegno formale alla presentazione del progetto di ristrutturazione;
  • rispetto dei vincoli storici e ambientali previsti dal piano regolatore.

Al termine dei lavori, il proprietario ottiene la restituzione della cauzione e può disporre liberamente dell’immobile, salvo divieti temporanei di rivendita.

È vero che poi devo abitarci per forza?

No, non sei obbligato per forza ad abitarci.
Dipende dal bando del singolo comune: alcuni chiedono solo di ristrutturare, altri anche di trasferire la residenza (di solito per ottenere incentivi aggiuntivi o per evitare speculazioni).

Ecco i tre casi più comuni:

  1. Solo ristrutturazione obbligatoria
    È la forma più diffusa. Puoi acquistare, ristrutturare e poi usarla come seconda casa, B&B o casa vacanze.
  2. Obbligo di residenza
    Alcuni comuni (soprattutto nei piccoli borghi montani) richiedono di trasferire la residenza per almeno 2–5 anni. Serve a ripopolare il paese.
  3. Facoltativo, ma premiato
    In alcuni bandi ti offrono agevolazioni extra (come sconti sugli oneri o contributi comunali) se decidi di viverci stabilmente.

Quindi non è automatico: dipende dal bando.

Vantaggi e opportunità economiche

Nonostante i costi di ristrutturazione, le case a 1 euro rappresentano un’opportunità per chi desidera investire nel turismo diffuso, nel remote working o nel recupero di spazi storici. Alcuni benefici concreti includono:

  • Accesso a immobili situati in aree di valore storico o naturalistico.
  • Prezzi d’acquisto estremamente ridotti rispetto al mercato tradizionale.
  • Possibilità di accedere a bonus edilizi o fondi europei per il recupero dei centri storici.
  • Incremento del valore immobiliare nel medio periodo, specie nei borghi turistici.
  • Contributo diretto alla valorizzazione del patrimonio architettonico nazionale.

I rischi da considerare

Accanto ai vantaggi, è fondamentale conoscere anche i limiti del progetto:

  • Le abitazioni sono spesso ruderi o edifici in stato di abbandono totale, con costi imprevisti elevati.
  • I lavori devono rispettare rigidi vincoli storici e paesaggistici, che possono aumentare tempi e spese.
  • La mancata conclusione dei lavori nei termini previsti comporta la perdita della cauzione e, in alcuni casi, la revoca dell’atto di vendita.
  • Nei borghi più piccoli possono mancare servizi essenziali o infrastrutture digitali adeguate.

È dunque consigliabile farsi assistere da un tecnico locale qualificato per una stima precisa dei lavori e delle procedure urbanistiche prima di firmare qualsiasi impegno.

Il ruolo delle aree urbane funzionali (FUA)

Dal 2025 alcuni comuni collegano i progetti “case a 1 euro” ai nuovi incentivi FUA (Functional Urban Areas) previsti per la rigenerazione urbana. Questi incentivi aggiuntivi sono accessibili solo ai residenti in comuni compresi nelle aree urbane funzionali, secondo la classificazione ISTAT ed Eurostat.

Per verificare se il proprio comune è incluso in una FUA è possibile scaricare il seguente elenco ufficiale aggiornato:

Scarica l’elenco dei comuni FUA – PDF

Le case a 1 euro non sono un mito ma una realtà concreta della politica urbanistica italiana. Offrono un’opportunità di investimento e di vita alternativa, ma richiedono impegno, risorse e rispetto di regole stringenti. Il prezzo simbolico è solo l’inizio di un percorso complesso che mira a riportare popolazione e attività nei borghi dimenticati.

Per chi è disposto a investire con serietà e a rispettare i vincoli, queste iniziative rappresentano una delle più interessanti esperienze di rigenerazione urbana sostenibile del Paese. Ma, come ricordano gli amministratori locali, “la casa a 1 euro non è un affare, è una responsabilità”: un modo concreto per costruire futuro partendo dalle radici.

Lorita Russo
Lorita Russo
Sono Lorita Russo, punto di riferimento in Italia per la cucina con la friggitrice ad aria. Autrice di libri e fondatrice di una community con oltre 1,5 milioni di appassionati, ho pubblicato con Rizzoli Gruppo Mondadori. Il Quotidiano Nazionale mi ha definita “guru in materia”, Corriere.it e La Terra del Gusto hanno raccontato le mie ricette e i miei progettiSocial media specialist, Seo Specialist, specializzata in tecnologia, scienza e cucina.