Una delle fasi più importanti della supply chain dell’agroalimentare è quella relativa allo stoccaggio, un’attività che comprende tutte quelle operazioni di immagazzinamento dei beni, per renderli disponibili all’occorrenza o ottimizzare le fasi di produzione e di distribuzione.
Tuttavia, a causa della naturale deperibilità che caratterizza alimenti freschi, termosensibili e surgelati, è necessario che tutte le operazioni vengano condotte attraverso una logistica a temperatura controllata, un processo che prevede l’attuazione di una serie di protocolli che aiutano a salvaguardare la salubrità degli alimenti e a fare in modo che i prodotti si mantengano in perfette condizioni qualitative.
Stoccaggio agroalimentare: dal magazzino alla corretta gestione delle merci
Come evidenziato anche dagli esperti di STEF, le operazioni di stoccaggio merci richiedono la presenza di appositi magazzini di deposito progettati per fare in modo che ogni prodotto abbia sempre una giusta collocazione.
Una corretta definizione del layout dell’area di stoccaggio consente infatti una disposizione dei colli più razionale, in modo che lo spazio venga ottimizzato, le merci vengano riposte attraverso una configurazione sistematica e la gestione del magazzino risulti più efficiente.
In linea di massima, le procedure di stoccaggio si basano su due metodologie di gestione: il metodo FIFO, in cui i primi beni in ingresso sono anche i primi ad essere prelevati, e il metodo LIFO, in cui, al contrario, sono le ultime merci in entrata ad avere la priorità di uscita.
Naturalmente, non è possibile definire a priori quale sia il metodo migliore di gestione: la scelta dipende infatti da diverse variabili, tra le quali la tipologia di magazzino, le condizioni del mercato, i metodi di gestione degli spazi o le specifiche esigenze dell’azienda.
Tuttavia, nell’agroalimentare, in virtù della deperibilità che accompagna ogni prodotto, a prevalere è esclusivamente il secondo, che garantisce un ricambio molto più veloce delle merci e, di conseguenza, una riduzione di sprechi e costi.
Lo stoccaggio agroalimentare tra igiene, normativa e gestione delle variabili
Alla luce delle caratteristiche peculiari dei prodotti alimentali, lo stoccaggio è un processo che deve essere condotto nel rispetto delle normative che regolano la corretta gestione dei beni destinati al consumo umano.
Nello specifico, per garantire la sicurezza igienica e la salubrità degli alimenti deperibili, il settore food deve fare riferimento al metodo HACCP (Hazard Analysis Critical Control Point), un sistema che punta a prevenire le inefficienze, attraverso l’individuazione e l’intervento su tutti i punti critici di controllo in cui gli alimenti potrebbero essere soggetti a una potenziale contaminazione.
Il protocollo HACCP prevede innanzitutto il mantenimento di un elevato livello di pulizia nel magazzino di stoccaggio, disponendo che scaffali, corridoi e tutte quelle aree potenzialmente soggette alla comparsa di parassiti – come finestre o zone di ingresso –vengano mantenute a livelli igienici ottimali attraverso l’utilizzo di prodotti conformi a quelli previsti nel manuale di autocontrollo HACCP.
Per evitare l’ingresso di agenti contaminanti, le finestre devono essere poi dotate di reti di protezione rimovibili e lavabili, mentre per ridurre i fenomeni di condensa è necessario che il magazzino disponga di opportuni sistemi di aerazione, in ottemperanza della norma UNI 100339/1995.
È inoltre richiesto che gli scaffali siano realizzati con materiali facilmente sanificabili e che tutti gli strumenti a contatto con gli alimenti deperibili vengano detersi, in unione a un controllo costante della scadenza dei prodotti e della loro integrità al momento dell’ingresso.
Naturalmente, da una corretta gestione delle fasi di stoccaggio può dipendere l’efficienza dell’intera supply chain dell’agroalimentare. Per questo è necessario porre in essere delle politiche di gestione specifiche che riescano a tenere conto di tutte le variabili del caso.
Riuscire a ottenere una perfetta coordinazione tra i volumi di produzione, la disponibilità della fornitura, la deperibilità dei prodotti e le specifiche esigenze dei clienti consente infatti di strutturare una fase di stoccaggio funzionale e all’avanguardia, capace di attenuare errori e inefficienze, ma soprattutto in grado di limitare i costi.