L’Aquila, vergogna senza fine: cinque arresti per la ricostruzione

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Aquila, vergogna senza fine. Il terremoto che colpì la città abruzzese il 6 aprile 2009 alle ore 3.32, con magnitudo pari a 5,9 gradi, continua a generare notizie di cronaca indegne. Oltre alla morte di ben 309 persone, ai danni irreparabili all’inestimabile centro storico (tutt’oggi ancora inaccessibile), alla presa in giro della perizia tecnica della Commissione grandi rischi che due mesi prima aveva stabilito che non c’erano pericoli (sette persone sono state rinviate a giudizio con l’accusa di “omicidio colposo plurimo e lesioni”), apprendiamo stamane dell’arresto di cinque persone che avrebbero speculato sulla ricostruzione.

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A disporre gli arresti la Procura della Repubblica de L’Aquila. Polizia e Guardia di finanza hanno così arrestato l’ex vicecommissario alla ricostruzione, un funzionario del ministero dei Beni culturali e tre imprenditori, per i reati di corruzione, falso, turbativa d’asta, millantato credito ed emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. I provvedimenti riguardano la ricostruzione e il consolidamento di alcuni edifici ecclesiastici e di altri beni culturali, di particolare rilievo storico-artistico gravemente danneggiati dal terremoto del 6 aprile 2009.

L'Aquila_eathquake_prefetturaL’attivita’ investigativa, coordinata dal procuratore della Repubblica Fausto Cardella e dai sostituti Antonietta Picardi e David Mancini, e’ stata svolta dal nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza e dalla squadra mobile della questura dell’Aquila. Le indagini, avviate nel 2012, hanno fatto luce su un ‘comitato d’affari’, costituito da funzionari regionali, imprenditori e professionisti, che si aggiudicavano appalti per ricostruire o restaurare luoghi di culto e abitazioni. Nel corso dell’operazione sono state eseguite anche 14 perquisizioni personali e locali.

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A ciò va anche aggiunto che gli edifici antisismici risultano difettosi, e il fatto che i quartieri costruiti a distanza dalla città stanno aumentando nella popolazione patologie quali ansia e depressione, con un aumento di uso di psicofarmaci e antidepressivi.

Quel terremoto ha lasciato una ferita indelebile nella stupenda città de L’Aquila, inferta solo in parte dalla natura, con un contributo pesante da parte dell’uomo.