Curcuma, proprietà ed usi

La Curcuma è davvero miracolosa?

La Curcuma è definita la spezia d’oro sia per il colore che per le presunte proprietà miracolose.

La Curcuma-spezia  ,  nota anche  come zafferano d’oriente, è di colore giallo aranciato e di intenso aroma, viene ricavata dalla polverizzazione del rizoma di una pianta tropicale dell’India.

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Cenni botanici.

La spezia che portiamo in tavola è la polvere del rizoma (radice) della Curcuma longa (forma radicale allungata), classificata da Linneo nel 1753.

Si tratta di una delle tantissime specie del genere.

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Appartiene alla famiglia delle Zingiberaceae, come il cardamomo e lo zenzero.

Pianta erbacea perenne, dotata di grandi foglie, lunghe dai 20 ai 45 cm. Infiorescenze con brattee violacee in alto, e verdi in basso. Radice rizomatosa (cilindrica e ramificata) gialla o arancione, intensamente aromatica.

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Spontanea in Asia Meridionale, si sviluppa bene a temperature tra 20 e 35 gradi in regioni piovose .

Coltivata in Asia ed Africa; l’India è il maggior paese produttore di questa spezia.

Una spezia con tanti nomi

In Italia è chiamata finto zafferano, zafferano dei poveri, croco indico, zafferano d’Oriente, turmerico. Quest’ultimo nome deriva dal latino, e significa “ottima terra”, perché la Curcuma cresce su suoli che appaiono ricchi di metallo.

In sanscrito ha più di 50 nomi tra i quali :

  • tamasini (bella come la notte).
  • yanti (che scaccia le malattie).
  • pavitra (sacra).
  • bhadra (che porta fortuna)

Nella tradizione indiana è usata come medicamento, per la bellezza, e come talismano. Le donne indiane la usano per la depilazione e la realizzazione di impacchi cutanei.

Curcuma: storia e usi tradizionali

Greci e romani la utilizzavano per la tintura dei tessuti. Dioscoride (medico e botanico del I secolo d.C.) la descrisse nel suo “De Materia Medica”. Sono stati gli arabi però, qualche secolo dopo, a diffonderla in occidente. Marco Polo ne parla ne “Il Milione”, Paracelso la usò nel rinascimento per la cura di patologie epatiche.

Da sola o con altre spezie (ingrediente anche del curry) è ampiamente utilizzata nella cucina indiana. È consumata sia fresca (la radice) che in polvere (spezia).

Di gusto dolce con toni amarognoli.

In occidente è da poco che si utilizza in cucina, soprattutto nella cucina etnica, macrobiotica, vegetariana e vegana. Il rizoma della Curcuma longa e di altre due specie è ammesso tra gli integratori; come sempre, occorre farne un uso corretto se si sceglie di provarli. Ricordiamo Paracelso, considerato il fondatore della farmacologia, con la nota verità : “è la dose che fa il veleno”. Senza dimenticare che la curcuma non  è un farmaco perché non ha “superato” ancora i test clinici.  Facciamo uso degli integratori con moderazione . Integratori alimentari? Aumentano il rischio di cancro alla prostata 

La Curcuma è usata anche come additivo alimentare, chiamato E 100, utilizzato per dare alla senape il colore così intenso.

In India è considerata “la spezia purificatrice”, è spalmata sui corpi degli sposi pochi giorni prima del matrimonio, in preparazione all’incontro amoroso. Viene strofinata pure sulla fronte dei neonati come portafortuna.

Usi della Curcuma negli integratori. Curcuma proprietà.

Il rizoma è consentito negli integratori alimentari (certificazione Europea e FDA), a differenza di altre piante o parti di pianta (semi, frutti, fiori, foglie) che sono vietate negli integratori. In questi si usano principalmente tre specie:

– Curcuma longa , Curcuma domestica valeton (Syn), Curcuma zeodaria rosc.

Questo ci suggerisce che, almeno fino a prova contraria (e speriamo di no), l’utilizzo della Curcuma negli alimenti e negli integratori non è nocivo.

A questa affascinante spezia sono state ascritte numerose proprietà; tra quelle più probabili, la Curcuma sembrerebbe capace di coadiuvare la funzione epatica e digestiva, e di regolare il ciclo mestruale. Altri effetti le sono stati attribuiti: dimagrimento, antiossidante, cura delle dermatiti. Presunto è anche l’effetto antitumorale, decisamente fuorviante e capace di generare false aspettative in persone malate .

Vige sempre, quando si parli dell’efficacia farmacologica della curcumina (il più importante principio attivo della Curcuma), l’obbligo del condizionale, perché a tutt’oggi non esistono studi clinici che lo dimostrino. I circa 120 studi clinici non ne hanno mai dimostrato l’efficacia sicura; i risultati positivi degli studi in vitro e sugli animali non sono abbastanza per poter affermare con certezza le proprietà della Curcuma.

Questo, però, non significa che la Curcuma non sia effettivamente efficace, vuol dire solo che non è stato ancora scientificamente dimostrato. La domanda che ci potremmo porre è:

Perché non se ne fanno altri di studi clinici sulle

proprietà della Curcuma ?

Sarebbe magnifico, ma la ricerca costa . Costa tempo, denaro, persone disponibili a testare i principi attivi. Occorre studiare le variabili, i principi attivi testati su diversi gruppi, si devono osservare le risposte nei singoli gruppi; c’è bisogno di studiosi, di attenzione (non ci si possono permettere errori), prima di poter attribuire ad un principio attivo proprietà farmacologiche senza alcun dubbio.

Nella speranza che questo sia fatto nuovamente per la curcumina, e vengano affermate le proprietà della Curcuma, vi lascio sognare e sperimentare, sempre sotto il controllo di specialisti del settore (medici omeopatici), ed informarvi presso consulenti del benessere ad indirizzo scientifico.

Per chiudere con questa spezia, che io adoro, nonostante i se ed i ma, ricordo che la curcuma ha la proprietà di  riflessare i capelli di giallo, che a dire il vero vira al verde (testato da me) e che macchia pelle e vestiti (efficace per colorare i tessuti). Per i più vanitosi, e amanti dei cosmetici fai da te, si possono fare delle maschere di bellezza, ed effettivamente la pelle risulta, dopo il trattamento, morbida e setosa (l’ho sperimentata).

Inoltre è squisita sul risotto, nelle insalate e nel latte.

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