Disastro Germanwings: quando l’autorità cavalca il complotto.

Le tre teorie sul disastro aereo

Le notizie che troviamo sui Main Stream sono spesso filtrate o modificate dalle autorità, e non è sempre un male, si pensi a quando la polizia decide di non svelare alcuni elementi di un’inchiesta per non avvantaggiare un criminale e proteggere le indagini. In quel caso si dà alla stampa un’informazione provvisoria e le autorità possono continuare a lavorare in modo discreto e più efficacemente. I tempi sono decisamente cambiati, oggi si sa tutto subito anche sui fatti più sensibili, ecco che dal giorno dell’incidente Germanwings ci troviamo ad apprendere una narrazione quasi univoca sulla natura del disastro, una spiegazione che però vista alla lente d’ingrandimento assomiglia più che altro ad una sequenza di teorie. Vediamone alcune.

La teoria dello schianto

Si parla subito dello schianto sulla montagna come di un fatto certo, provocato dall’atto volontario del copilota che ha fatto precipitare l’aereo. Ma è difficile accettare questa versione senza interrogarsi sulla singolarità della scena presentata dai media, una distesa di scartoffie dove non si distinguono chiaramente i pezzi dell’aereo e non si vedono i corpi delle vittime. Cosa può aver reso questo crash così diverso da quelli che già si conoscevano, cioè con grossi pezzi del velivolo e resti umani ovunque? Se il germanwings che abbiamo visto sparso sulla montagna è quello vero, potrebbe anche essere esploso prima dello schianto, perchè i resti coprono un’area molto vasta e la loro posizione non è coerente con un crash. Non c’è traccia per esempio delle due grandi turbine e i frammenti della carlinga sono troppo piccoli. La mancanza di rottami e di corpi indica che lo schianto non è provato e che al momento costituisce una mera teoria. Ma per le autorità è provato, per la stampa è provato. Curiosamente il dailymail prima riporta “testimoni hanno sentito un’esplosione e visto due caccia militari scortare il velivolo” e pochi minuti dopo elimina questo passaggio dall’articolo. In pratica il dailymail fa sparire pezzi, non dell’aereo, ma della narrazione dei fatti. Non è la prima volta che passa la forbice in questo modo su notizie delicate.

La teoria del pilota suicida

Ovvero la teoria del complotto di un pilota contro 149 persone. Lubitz aveva previsto tutto? Cosa sarebbe successo se il primo pilota non fosse andato alla toilette?
Se Lubitz soffriva davvero di depressione perchè avrebbe deciso di suicidare con lui altre 150 persone? Questa non sembra depressione, sembra più una una schizofrenia omicida, magari provocata da una grande delusione amorosa o da una serie prolungata di vessazioni nel quadro familiare e professionale. Infatti gli esperti in psichiatria consultati per questo caso affermano che nonostante il depresso abbia più tendenza a commettere atti violenti rispetto a una persona sana, a livello statistico gli atti di violenza compiuti da persone affette da depressione sono estremamente rari. I colleghi di Lubitz inoltre lo descrivono come una persona perfettamente normale. La storia del pilota depresso quindi non ha valore di prova malgrado sia stata diffusa da tutti i media, ha solo valore di teoria. E i meno convinti del carattere isolato di questa tragedia sembrano proprio i piloti di germanwings, che infatti dopo l’incidente rifiutano di volare. Conoscono forse dei pericoli legati alla loro professione che noi ignoriamo? In un periodo di grande fermento geostrategico, come assicurarsi che le rotte passeggeri siano libere da “disturbi” di tipo militare? E perchè i voli commerciali subiscono cosi’ frequenti anomalie nella rotta? Molto più concrete della romanza di Lubitz che sta frettolosamente tessendo la stampa, queste sono le spinose questioni che interessano sia germanwings che le altre low cost.

La teoria della scatola nera

Il procuratore della Repubblica di Marsiglia dichiara: “l’analisi della scatola nera ha rivelato che il copilota respirava normalmente fino al momento dell’impatto”, ma questa dichiarazione, ufficiale quanto si vuole, è una palese assurdità perchè la scatola nera registra i suoni in cabina, non il respiro. È impossibile che il respiro sia stato registrato perchè nel cockpit il rumore di fondo è troppo forte. Allora perché il procuratore mente? Forse gli manca l’autorità o la libertà di non mentire? E’ un abuso pensare che ci possa essere una struttura transnazionale nascosta che gestisce questo genere di crisi e che sta al di sopra delle autorità locali? In teoria si puo’ dire tutto, ma facendo speculazioni di questo tipo si finisce per sembrare complottisti, è meglio continuare a porsi delle domande e vedere se per caso i media ufficiali non lo siano ancora di più. Per Esempio: perchè il contenuto della scatola nera viene rivelato il giorno stesso del suo ritrovamento? La prassi richiede un’analisi congiunta delle due scatole nere, ma mancava quella coi dati di volo, allora perchè questa fretta nella diffusione del contenuto delle registrazioni di volo? Sia detto di passaggio, l’unica scatola nera che è stata mostrata in foto ha evidenti segni di ruggine e usura. Insomma, se la scatola nera con le voci è vera, è un bel complotto che quella coi dati sia sparita.

Le domande che è lecito farsi sul vero svolgimento di questa catastrofe sono troppe, ma una cosa sembra sicura, e a questo punto una sola, la versione delle autorità è tutta teorie e niente evidenze. Il complotto di un solo uomo depresso con una lucida volontà di uccidere se stesso e tutti i passeggeri. Tutto cio’ che non combacia con il suicidio “in compagnia” del depresso Lubitz viene abilmente, il più delle volte maldestramente, omesso dai media. Tutte le responsabilità vengono scaricate su una sola persona e il caso è chiuso, non c’è spazio per l’inchiesta nella sostanza ma si moltiplica la narrazione dei suoi fronzoli. In realtà il dramma Germanwings apre tutta una serie d’interrogativi sulla sicurezza dei voli commerciali e sulla crescente presenza di voli non regolamentati, di quote bizzarre, di operazioni di irroraggio chimico e biologico, di operazioni militari poco trasparenti, cosucce di cui i governi e gli organi di stampa si guardano bene dal parlare.