Guai per la casa reale saudita

CAPTAGON

Il Principe saudita Abdul Mohsen Bin Walid bin Abdulaziz il 26 ottobre scorso è stato arrestato all’aeroporto internazionale di Beirut con ben due tonnellate di pillole di Captagon nascoste in quaranta borse a bordo del suo jet privato. Insieme al Principe c’erano altri quattro sauditi, anch’essi arrestati, e altri cinque uomini che invece sono riusciti a fuggire e far perdere le loro tracce.

L’accusa è quella di contrabbando e traffico internazionale di stupefacenti; sembra che il Principe e gli altri uomini che erano con lui siano i capi di un enorme traffico di droga  che si stava espandendo in tutto il Medio Oriente. Il Captagon, infatti, è una sostanza chimica che contiene caffeina e le pericolosissime anfetamine ed è una droga sintetica tra le più usate proprio in Medio Oriente perché aiuterebbe a sopportare sonno e fatica; anche molti miliziani dello Stato islamico ne fanno uso. In tutta l’area mediorientale il commercio illegale di droghe sintetiche è molto fiorente e, dopo lo scoppio delle primavere arabe nel 2011 e il caos che ha investito molti Paesi come Siria e Iraq, i trafficanti di stupefacenti hanno approfittato delle mancanza di controlli per aumentare a dismisura il loro giro d’affari. In Occidente il Captagon è proibito severamente dagli anni ’80, quando venne scoperto che questa sostanza creava dipendenza ed assuefazione, insieme a molti danni all’organismo.

Non è la prima volta che un membro della famiglia reale saudita si trova in guai seri con la giustizia all’estero, ma questa volta per salvare Abdul Mohsen Bin Walid bin Abdulaziz da una pesante condanna e dall’umiliazione a livello internazionale Riad dovrà sostenere uno sforzo diplomatico immenso, e forse non basterà ricordare al governo libanese i finanziamenti sauditi al suo esercito.

Comunque vada a finire la vicenda, questa è di certo una brutta caduta di stile per la monarchia saudita che potrebbe avere anche ripercussioni sul prestigio internazionale della famiglia regnante.

La vicenda è stata resa nota solamente in questi giorni proprio per proteggere il Principe, ma adesso che la notizia è di dominio pubblico non ci sono stati commenti né dai portavoce della famiglia reale, né dall’Ambasciata saudita a Beirut.